LuganoSchiamazzi, risse e spaccio a Molino Nuovo, gli abitanti: «Abbiamo diritto a notti tranquille»
SwissTXT / pab
10.11.2020
Schiamazzi notturni, insulti, risse, sporcizia e spaccio di droga. A partire dalla primavera del 2018 è una situazione che si viene a creare sempre più di frequente in alcuni luoghi del quartiere di Molino Nuovo a Lugano, in particolare dentro e attorno a un paio di bar.
E inoltre si va ad aggiungere il mancato rispetto degli orari di chiusura degli esercizi pubblici e ora anche quello delle regole contro la pandemia: è quanto denunciano alcuni abitanti.
Alla polizia «da tempo arriva più di una segnalazione alla settimana», racconta una testimone ai microfoni della RSI. Ma l'intervento degli agenti è giudicato spesso tardivo e non risolutivo. «Anche la gente di Molino Nuovo paga le tasse e ha diritto a sicurezza e notti tranquille (...) stiamo pensando di farci tutelare in un altro modo», afferma la donna.
Una settantina di interventi e diverse contravvenzioni
«Di fatti gravi non ne sono capitati, se non qualche episodio sporadico, ma è vero che esiste un luogo di aggregazione, la piazza, con diversi bar attorno dove si è concentrata la maggior parte degli interventi. Quest'anno, che è un anno di COVID, sono già una settantina e in sette o otto casi ci sono state delle contravvenzioni», afferma il comandante della polizia cittadina Roberto Torrente.
«Abbiamo lavorato su due livelli, quello del dialogo e la dissuasione, abbiamo sentito sia i reclamanti, non tantissimi e più o meno sempre gli stessi, e anche i gerenti. Sembrerebbe che la situazione sia migliorata», continua Torrente.
«Fenomeni di violenza e insofferenza più marcati»
La questione anima anche il dibattito politico ed è oggetto di un'interrogazione della Lega, secondo la quale queste situazioni si sono ripetute anche in questo fine settimana, non solo nel quartiere.
«Questo periodo di incertezza e costrizioni hanno portato a constatare fenomeni di violenza e insofferenza verso il prossimo più marcati rispetto a prima, un fenomeno che teniamo sotto osservazione», afferma il vicesindaco Michele Bertini.
«La polizia deve fare il suo lavoro e lo può fare sicuramente meglio», riconosce Bertini, che pur non volendo sottrarsi alle sue responsabilità precisa anche che «se guardiamo al numero di controlli ci rendiamo conto che la presenza c'è ed è marcata, ma spesso non è seguita dall'apparato giudicante».