In fuga dalla guerra Sempre più profughi ucraini nei Grigioni, si cercano soluzioni

SwissTXT / red

8.6.2022

Immagine d'illustrazione
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Keystone/DPA/JENS BÜTTNER

Nei Grigioni il numero di profughi ucraini continua ad aumentare. Da metà marzo ad oggi sono 1'159 le persone che hanno trovato rifugio nel cantone: 990 vengono al momento ospitati da privati, 169 nei centri collettivi.

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La ripartizione varia fortemente da regione a regione. Attualmente la Surselva è la regione che ospita più rifugiati, un quarto del totale. Seguita poi dalla regione Plessur, che comprende Coira, e la Prettigovia.

Nelle altre vallate, anche quelle italofone, ci sono al momento meno profughi.

La situazione in Surselva

Particolarmente sotto pressione, la Surselva sta cominciando a riscontrare difficoltà organizzative, per esempio, alla scuola di Disentis. La regione ospita attualmente 64 bambini, di cui 8 sono già stati integrati nelle classi. E la struttura sta arrivando ai suoi limiti.

«Abbiamo posto per 200 scolare e scolari», spiega ai microfoni della RSI René Epp, sindaco di Disentis. «Se improvvisamente se ne aggiungono una trentina dobbiamo trovare delle soluzioni, ma non è semplice».

Oggi, mercoledì, dopo un incontro con i media, i rappresentanti del comune di circa 2'200 abitanti hanno incontrato i vari enti cantonali per discutere possibili opzioni. «Una variante è che i bambini vengano raggruppati in un centro collettivo - afferma invece Alexi Nai, ispettore scolastico Regione Surselva - mentre un’altra possibilità è invece quella di suddividerli. Valutiamo anche se integrarli comunque tutti nella scuola di Disentis. Certo è che vogliamo trovare la soluzione migliore per il comune, ma anche per le scolare e gli scolari».

Il monitoraggio del Cantone

«Questa situazione si è creata perché i rifugiati cercano autonomamente delle soluzioni e le famiglie ospitanti offrono diverse possibilità», spiega dal canto suo, sempre alla RSI, Marcel Suter, capo Ufficio migrazione e diritto civile dei Grigioni. «Per la creazione di centri collettivi cerchiamo di prendere in considerazione tutte le regioni, ma dipende anche dalle possibilità che offre il mercato immobiliare».

Il Cantone continua a cercare spazi adatti in cui possano trovare rifugio almeno 40 persone. Un contratto è stato stipulato anche per un’infrastruttura a Roveredo. Non è però ancora chiaro da quando sarà attiva.

«Attualmente abbiamo a disposizione 1'000 letti nei centri collettivi, e nelle prossime settimane puntiamo ad aggiungerne altri 700», prosegue Suter. «L’obiettivo è arrivare a quota 2'000 entro l’autunno, così da poter garantire l’alloggio e l’assistenza necessaria».

Si cerca dunque di organizzarsi e pensare sul lungo termine, anche se rimane difficile prevedere l'evoluzione dei prossimi mesi.