La star indiana Shah Rukh Khan ha incontrato il pubblico del Locarno Film Festival ieri sera in un incontro moderato dal direttore artistico Giona A. Nazzaro.
Alcune fan della star indiana Shah Rukh Khan.
Shah Rukh Khan a Locarno: «voglio rendere il pubblico felice» - Gallery
La star indiana Shah Rukh Khan ha incontrato il pubblico del Locarno Film Festival ieri sera in un incontro moderato dal direttore artistico Giona A. Nazzaro.
Alcune fan della star indiana Shah Rukh Khan.
La superstar indiana Shah Rukh Khan, che sabato sera in Piazza Grande ha ricevuto il Pardo alla Carriera, ha incontrato ieri il pubblico del Locarno Film Festival in un Gran Rex completamente pieno e con i fan in visibilio.
Sabato sera, dopo aver pronunciato un «buonasera signore e signori» in italiano alla folla della Piazza Grande, l'attore dai 35 anni di carriera ha scherzato sulla calura presente a Locarno, dove la colonnina di mercurio segnava più di 30 gradi: «Il caldo qui mi dà l'impressione di essere a casa mia in India».
Si è descritto come «un uomo che sa recitare un po' di commedia». Interrotto a varie riprese da acclamazioni nel suo discorso di ringraziamento, ha aggiunto: «Il cinema è il media più influente al mondo [...] perché può riflettere tutte le faccette della vita, tutte le emozioni». Per molte persone esso rende il mondo un po' migliore, ha detto.
King Khan
Nel pubblico del Gran Rex, molti indiani venuti da tutto il mondo, con cartelloni e addirittura dipinti raffiguranti «King Khan» altro nome con cui è nota la star indiana, assieme all'acronimo SRK. Nel pubblico anche due ragazze di origine indiana venute direttamente da Washington D.C. per vedere la star.
L'attore è accolto da una standing ovation e da urla e schiamazzi. C'è chi grida, a più riprese nel corso dell'incontro moderato dal direttore del festival Giona A. Nazzaro, «I love you».
«È molto bello essere qui», dice Khan, «è un piacere vedervi tutti». «Chi non mi conosce per favore se ne vada, mi cerchi su Google e torni», aggiunge la star indiana scherzando.
Il soprannome di re è se non altro azzeccato, dato che Khan vanta un centinaio di film a Bollywood. «Ero un bambino che voleva partecipare in tutte le attività scolastiche, non pensavo di lavorare nel cinema. Ma mia mamma era una fan di cinema», dice. «Eravamo molto poveri ma avevamo un lettore di VHS regalatoci», aggiunge. «Ho fatto molto teatro quando ero giovane».
Ruoli eclettici
«Ho iniziato la mia carriera a 26 anni, relativamente tardi», spiega. Dapprima ha avuto parti da canaglia poi da eroe, passando da ruoli romantici grazie all'intensità del suo sguardo. Khan porta occhiali da sole anche se l'incontro si svolge all'interno, forse per nascondere il suo sguardo magnetico che farebbe impazzire ulteriormente i fan?
La superstar nel corso dell'evento imita voci e frasi dei suoi film a cui gli spettatori replicano con urla. «Ho lavorato molto con le donne sia produttrici, sia registe e ho potuto notare che sono sensibili. Mi piace lavorare con loro per questo.», afferma, citando ad esempio la regista Farah Khan. «Le donne fanno sembrare i film più belli», dice. «Hanno anche un miglior odore» afferma, facendo ridere il pubblico.
Nel corso della sua carriera Khan ha lavorato anche con l'attore indiano Kabir Bedi, che nel mondo italofono è noto per aver interpretato il ruolo di Sandokan.
Portare gioia agli altri
«Voglio portare gioia alla gente», è una frase che Khan ripete più volte nel corso dell'incontro. «La celebrità è solo un sottoprodotto di tutto questo», dice. «Per me il successo non è niente di importante, lo indosso come una maglietta e non come uno smoking». «Cerco di non essere una star ma solo me stesso sullo schermo e fuori», afferma.
«Devo far credere a voi nei protagonisti che interpreto, questo è il mio lavoro, ma non mi cambia la vita», spiega. «Faccio solo ruoli che sento», aggiunge.
«Non c'è niente che mi renda più felice di essere sul set, non perché sono al centro dell'attenzione, ma perché posso rendere felice qualcuno», afferma. «L'amore che metti nel fare un film permea attraverso lo schermo e raggiunge il pubblico», dice.
«Non importa che lavoro fai, puoi toccare il cuore della gente, è ciò che rende la vita degna di essere vissuta», dice. «Voglio che i film siano speranzosi, felici. Dovrebbero invocare sentimenti positivi», continua.
«Come persona creativa devi sempre essere insoddisfatto» ciò spinge a fare sempre meglio. Un consiglio ai giovani: «Non dormite sugli allori, continuate a pensare, siate insoddisfatti, fate sempre qualcosa di nuovo».
Film girato in Svizzera
Qual'è il tuo legame con la Svizzera?, gli chiede Nazzaro. Nel 1995 esce al cinema «Dilwale Dulhania Le Jayenge», anche noto come DDLJ, ambientato in territorio elvetico. «Venire in Svizzera era un sogno negli anni '80. Conoscevamo solo il nome. Abbiamo girato scene a Interlaken e Gstaad. Ha cambiato la mia carriera, è un legame strano, sono il ragazzo del cioccolato svizzero», dice.
«Per me è un cerchio che si chiude, aver girato uno dei primi film in Svizzera e ricevere questo importante premio qui», afferma.
Dopo una domanda di un'altra giovane di origine indiana venuta dagli USA, la star fa la sua famosa posa con le braccia aperta.
«Devdas» (2002) è stato mostrato ieri sera al Gran Rex, introdotto dalla star 58enne. Si tratta di un classico del cinema indiano che è stato fatto e rifatto. «È stata una delle più belle esperienze della mia vita. È una buona scelta», conclude.