Fatto di sangue Lo sparatore di Solduno a processo per tentato assassino

SwissTXT / red

6.9.2023

La palazzina (Residenza In Selva) di via Vallemaggia 51b a Solduno, scenario del fatto di sangue del 2021 (foto d'archivio).
La palazzina (Residenza In Selva) di via Vallemaggia 51b a Solduno, scenario del fatto di sangue del 2021 (foto d'archivio).
© Ti-Press / Samuel Golay

Come riporta la RSI, si profila il processo per il giovane sangallese che la sera del 21 ottobre 2021, in via Vallemaggia a Solduno, ha sparato all'ex fidanzata. La settimana scorsa il procuratore pubblico Roberto Ruggeri ha rinviato a giudizio l'imputato.

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Come ricorda l'emittente radiotelevisiva, la sua ex ragazza e il nuovo compagno, che stavano per uscire, si sono trovati di fronte il giovane che minacciandoli con un coltello gli ha obbligati a legarsi l’un l’altra. La 22enne ha provato a scappare, ma lui l'ha rincorsa, e nell’atrio della palazzina l'ha ferita all’addome con un colpo di fucile.

Le accuse – ipotizzate da Ruggeri – per l'imputato sono di tentato assassinio (in via subordinata, tentato omicidio), coazione, sequestro di persona, lesioni gravi, esposizione a pericolo della vita altrui e infrazione alla legge federale sulle armi.

Inoltre nel dicembre del 2020, la donna era già stata minacciata con un taser in un albergo di Locarno. E lei e, in precedenza, un’altra giovane hanno subito pressioni di ogni tipo: pedinamenti, geolocalizzazione via telefonino, blocco di qualsiasi contatto sui social media con persone di sesso maschile.

Una quarta vittima

A due donne e al ragazzo legato a Solduno, si aggiunge anche una quarta vittima. L'imputato avrebbe appoggiato la lama di un coltello al collo di un uomo il 5 gennaio 2020 a Kriessern, nel Canton San Gallo, scrive la RSI sul suo sito.

La Corte delle Assise Criminali sarà composta anche dagli assessori giurati, in quanto Ruggeri intende chiedere più di cinque anni. Al momento il 22enne si trova in carcere, e ha già cominciato a espiare in anticipo la pena.

La perizia psichiatrica del giovane ha ravvisato a suo favore, una lieve scemata imputabilità, e un rischio medio-alto di recidiva. Secondo l’esperto nominato dalla procura, solo un trattamento adeguato (di tipo stazionario) diminuirebbe fortemente il pericolo che ritorni a compiere atti violenti.