Politica Tassa sui posteggi, Zali: «non è un congelamento». Le reazioni dei partiti

SwissTxt / pab

19.8.2020

Claudio Zali
Claudio Zali
Ti-Press / archivio

Il Governo, coronavirus permettendo, vuole introdurre la tassa di collegamento nel 2022. La battaglia dei contrari però prosegue

Ai microfoni della RSI Claudio Zali spiega così la decisione del Governo ticinese di posticipare a non prima di quella data l'entrata in vigore della tassa di collegamento: «Vi è l'intento di fondo di cominciare nel 2022 qualora non emergano delle gravi controindicazioni, che facciano preferire differire leggermente questo momento».

Il capo del Dipartimento del territorio ammette che «si è in parte preso tempo» ma perché «si era reticenti a stabilire una data fissa perché stiamo vivendo un periodo di grandi incognite (...) e dobbiamo ancora misurare il reale impatto della pandemia sull'economia e sui privati».

Zali respinge invece le accuse di chi afferma che si tratti di una scelta a favore dell'economia contro la volontà espressa dal popolo, per quanto di misura, nel giugno 2016. Per il consigliere di Stato «non si tratta di un congelamento ma della presa di coscienza di un momento particolare che stiamo vivendo».

Tarchini: «Giusta decisione»

Secondo Silvio Tarchini, patron del Fox Town di Mendrisio, uno dei maggiori generatori di traffico del cantone, «è una decisione giusta. Sarebbe stato sbagliato introdurre questa tassa nel periodo del coronavirus in cui centri commerciali e industrie sono già stati toccati duramente».

Il settore rimane comunque «scettico» conferma Tarchini. Il rinvio non basta a Fabio Regazzi: «Siamo contrari di principio, non da ultimo perché nel 2022 gli effetti della crisi non saranno esauriti».

L'AITI che lui presiede sosterrà in Parlamento i tentativi di fermare i progetti del Consiglio di Stato.

La reazione dei partiti, quasi tutti contenti?

In Gran Consiglio c'è chi ritiene che l'attesa dovrebbe andare al di là del 2022 e c'è chi vorrebbe vedere abolito il balzello: l'UDC ha presentato a questo scopo, il 20 aprile, un'iniziativa parlamentare elaborata. «L'hanno tenuta in vita in attesa della morte», afferma un Sergio Morisoli soddisfatto a metà.

Matteo Quadranti del PLR, che con una mozione chiedeva di attendere il 2025, afferma: «Per noi era importante che non ci fosse la retroattività e ci si desse un margine di tempo per riesaminare la situazione».

Il congelamento era auspicato anche dal PPD e il capogruppo Maurizio Agustoni è soddisfatto: «Si va nella direzione di quanto avevamo richiesto, adesso bisognerà vedere quali riflessioni anche sulle esperienze degli anni in cui la tassa era stata di fatto introdotta».

PS e Verdi continuano a ritenere che la tassa, uno strumento per ridurre il traffico, ma non l'unico, debba essere introdotta. Anche loro propendevano per un posticipo fino a emergenza conclusa: «È una data ragionevole» per Ivo Durisch, mentre Samantha Bourgoin sottolinea come ci sia tutto il 2021 per definire i dettagli, poi bisognerà capire «se l'influsso sarà quello sperato».

La Lega, dal canto suo, per bocca di Michele Foletti si rallegra in particolare del fatto che la tassa non sia stata usata «per riempire le casse cantonali» in un momento difficile.

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