Lugano «Ti aspetto fuori» porta la bara...della giustizia

6.11.2021

Immagine d'illustrazione.
Immagine d'illustrazione.
© Ti-Press / Ti-Press

Il collettivo sabato a Lugano ha voluto celebrare il funerale della giustizia, dopo l'annunciato decreto di abbandono per la demolizione dell'ex Macello.

Il collettivo «Ti aspetto fuori» ha chiamato a raccolta i cittadini e organizzato sabato, a Lugano, un'azione di protesta, inscenando «il funerale della giustizia» perché, questa l'accusa, «la vicenda dell'ex Macello è stata insabbiata», riporta la RSI.

Un centinaio i presenti alle 17.00 in Piazza Riforma dalla quale è partito il corte «funebre».

I manifestanti hanno portato la finta bara, fiori e una corona davanti a Palazzo di Giustizia in Via Pretorio, sede della Procura.

La manifestazione è stata decisa in seguito all'annunciato decreto di abbandono per la demolizione dell'ex Macello (demolizione avvenuta nella notte tra il 29 e il 30 maggio), edificio fino a quel momento occupato dal Centro sociale autogestito Il Molino.

La manifestazione si è svolta in modo pacifico. Il collettivo «Ti aspetto fuori», ricorda la RSI, il primo di agosto aveva organizzato la gara di fischi in Piazza Riforma.

La giustizia in Ticino è morta?

Ma è davvero il caso di fare il funerale alla giustizia ticinese? La RSI lo ha chiesto agli avvocati Gianluca Padlina (ex presidente dell’Ordine) e Luca Maghetti (già procuratore pubblico).

Per entrambi non è il caso di mettere in discussione il funzionamento dell’intero sistema giudiziario a causa della conclusione dell’inchiesta sulla demolizione del Molino con il decreto d’abbandono prospettato dal procuratore generale Andrea Pagani.

Ma sul caso specifico hanno visioni opposte, afferma la RSI.

Gianluca Padlina ritiene che si stiano precipitando le cose emettendo giudizi senza avere conoscenza delle motivazioni del Ministero pubblico ed invita a non dimenticare di inserire nel loro contesto i fatti che portarono all’intervento notturno di abbattimento, afferma alla RSI.

Luca Maghetti lancia invece un forte grido d’allarme, dicendosi molto preoccupato per la mancata individuazione di precise responsabilità e colpe che, a suo avviso, rappresenta un tentativo di tutelare le istituzioni. Un’accusa pesante che, sottolinea, avanza senza voler minare la giustizia, ma per dar vita a un dibattito serio.