Reati tributari Il municipale di Lugano Tiziano Galeazzi rinviato a giudizio

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15.12.2021 - 16:57

Tiziano Galeazzi, municipale UDC a Lugano
Tiziano Galeazzi, municipale UDC a Lugano
© Ti-Press / Davide Agosta

Il municipale di Lugano è coinvolto nell'inchiesta «Pecunia olet» della procura di Bergamo: «Affronterò il processo con serenità», dichiara alla RSI.

15.12.2021 - 16:57

Il municipale di Lugano, Tiziano Galeazzi, dovrà essere processato in Italia nell'ambito dell'inchiesta «Pecunia Olet», condotta dalla procura di Bergamo per reati tributari e fallimentari risalenti al 2011.

L'udienza preliminare che si è tenuta oggi, infatti, ha disposto il rinvio a giudizio per il 12 aprile 2022, ha confermato alla RSI il legale italiano Davide Giudici del Foro di Como.

L'esponente democentrista si è sempre dichiarato innocente, tant'è che aveva rifiutato il patteggiamento. Galeazzi ha fatto sapere che affronterà il processo «con serenità» convinto che «verrà fatta chiarezza» sui fatti che risalgono a quando era consulente patrimoniale per una banca, agendo «secondo le regole bancarie dell'epoca».

Da poco in Municipio

Giova ricordare che Tiziano Galeazzi è ufficialmente subentrato in Municipio a Lugano il 3 settembre 2021, dopo la prematura scomparsa del sindaco Marco Borradori, morto per infarto a inizio agosto mentre si stava allenando per la maratona di New York.

Galeazzi è stato capogruppo dell'UDC nel Consiglio comunale cittadino ed è subentrato a Marco Chiesa nel 2015 in Gran Consiglio.

Di cosa si parla?

Al centro delle indagini italiane c'era un'imprenditrice bresciana residente nel Luganese. Secondo gli inquirenti della Penisola, la donna avrebbe svuotato società edili e trasferito il denaro verso conti svizzeri, di San Marino e Singapore.

Sul registro degli indagati, ricorda la RSI, erano finiti anche due consulenti ticinesi, fra cui Galeazzi, sospettati di aver assistito l'imprenditrice nel trasferimento all'estero dei capitali sospetti.

Il municipale di Lugano in un comunicato stampa prende posizione: «Riaffermo con vigore che l’ex-cliente di cui parla l’inchiesta era una cliente della banca nella quale lavoravo, e come per tutti i clienti, il mio ruolo, riguardava esclusivamente e semplicemente la gestione dei suoi investimenti in borsa, facendo anche fede alla massima confidenzialità richiesta dagli istituti di credito e dai clienti stessi, che vigeva all’epoca dei fatti».

Nell'aprile del 2018, la procura di Bergamo aveva chiesto il rinvio a giudizio per 6 persone, compreso l'esponente dell'UDC. Circa un mese più tardi, il Tribunale penale federale di Bellinzona aveva smontato il reato di riciclaggio.

«Auspico che questo caso non diventi un ‹processo politico› o un ‹affaire› tra Svizzera e Italia, ma che il tutto rimanga circoscritto alle aule giudiziarie e per questo rinnovo la fiducia nella giustizia italiana», aggiunge Galeazzi.

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