Vertice insubricoTroppi incidenti e rischio di peste suina: cinghiali sotto la lente
SwissTXT / red
14.10.2022
Un vertice insubrico ha inquadrato un problema che non conosce dogane, quello dei cinghiali. Prime priorità: sicurezza di automobilisti, monitoraggio costante per la peste suina e progetti transfrontalieri.
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14.10.2022, 11:31
14.10.2022, 11:47
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Il proliferare di cinghiali e di bovidi nelle regioni di frontiera italiane ha spinto il prefetto di Varese Salvatore Pasquariello a organizzare un vertice, come mai era stato fatto prima, all'interno del cosiddetto Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica.
Lo riporta la RSI, spiegando che all'incontro - che si è tenuto martedì a Luino - hanno preso parte numerosi professionisti di diversi ambiti. Vi è anche stato un collegamento video con Bellinzona con Tiziano Putelli, capo dell'Ufficio della caccia e della pesca ticinese.
I problemi? Dagli incidenti alla peste suina
I problemi sul tavolo sono diversi e complessi: la popolazione di questi ungulati è ormai a livelli incredibili, rappresentando un problema per gli utenti della strada, con animali in cerca di cibo anche nei paesi fuori dalle abitazioni. Non sono un minor problema cervi e caprioli che pure hanno una maggiore incidenza di incidenti contro automobili, dove ad avere la peggio sono spesso gli animali.
Vi è poi il problema sanitario inerente la peste suina che in Lombardia non c'è, - grazie ai 115 km di rete anti-cinghiali posati nella «zona rossa» tra Piemonte e Liguria, dove si sono sviluppati focolai - ma i tecnici meneghini e i responsabili di veterinaria temono per alcuni corridoi che potrebbero favorirne il passaggio, come quelli lungo il Ticino dal Pavese.
Il dottor Marco Farioli ha riferito che se la malattia dovesse raggiungere la Lombardia, le conseguenze sarebbero devastanti anche dal punto di vista economico con una previsione di 60 milioni di euro di danni al mese. Il monitoraggio di boschi di Varesotto e Comasco sono un aspetto non secondario anche per il Ticino.
I numeri di incidenti, animali feriti e morti
Come detto, anche i numeri riferiti alla salute e alla incolumità pubblica sono importanti: polizia e carabinieri hanno verbalizzato nell'ultimo periodo, solo nella provincia di Varese, circa 300 incidenti. Nessuno con gravissime conseguenze per gli occupanti dei veicoli, ma spesso con il ferimento mortale degli animali. Senza contare poi l'iter per gli indennizzi regionali utili a rimettere su strada le auto.
Inoltre, nel 2021 sono stati eseguiti solo nella provincia di Varese 258 interventi di recupero. Ben 109 animali sono stati feriti in scontri, di questi 46 sono morti a seguito dell'incidente. Caprioli e volpi, in cima alla lista, mentre i cinghiali recuperati sono 35.
Nel 2022, fino ad ora, gli animali feriti a seguito di incidenti sono 122. La maggiore area di intervento è quella a nord del varesotto, in territori che confinano con il Ticino e lo stesso responsabile ticinese presente ha riferito che molte situazioni esposte sono replicabili anche sul territorio cantonale.
Agricoltori e cacciatori contestano la legge italiana 157 del 1992, quella che regola la protezione degli animali e norma la caccia. Viene ritenuta antiquata e i parlamentari presenti si sono detti disponibili a portare queste istanze a Roma perché vi è qui, in queste aree più che in altre italiane, una impressionante concentrazione di questi animali.
Inverni miti, hanno riferito i carabinieri forestali, favoriscono passaggi e riproduzione, senza contare che non esistono concentrazioni di predatori come i lupi alle latitudini italiane monitorate. Campi e colture in questi giorni sono devastati: basta raggiungere la Valganna via Ponte Tresa o il luinese per rendersi conto di cosa stia avvenendo.
Una proposta di cooperazione per la Svizzera
A margine dell'incontro, il responsabile del Dipartimento veterinario ha annunciato la volontà delle autorità italiane di unire le forze. Questo sviluppando progetti che proprio in questi giorni Regione Lombardia sta approntando sul tema «ambiente, animali, uomo», sulla dipendenza estrema che c'è tra il benessere umano e quello ambientale e animale.
Nessuna decisione è scaturita dall'incontro, ma questo era inevitabile: il tema è complesso, dipende da più enti, ma la Prefettura con Comunità Montana ha posto un primo paletto di questo percorso che è la conoscenza di tutti i temi e gli attori in campo.
La volontà degli italiani di capire cosa avviene in Svizzera è importante, se ci sono buone pratiche da riprendere e far conoscere o cominciare collaborazioni fattive sul confine. Anche per questo tutti vogliono un secondo incontro a breve.