In fuga dall'Ucraina
Ecco come funziona l'accoglienza dei profughi in Ticino

Dei 4 milioni di persone che hanno lasciato finora l'Ucraina, circa 1'000 al giorno arrivano in Svizzera e 1'600 finora sono state attribuite al Ticino. Di queste 1'207 hanno già ricevuto lo statuto di protezione S.
Queste le cifre esposte dai consiglieri di Stato Norman Gobbi e Raffaele De Rosa che oggi, giovedì, hanno fornito un aggiornamento riguardo al piano di accoglienza cantonale.
Il Ticino sta facendo la sua parte e la solidarietà è stata grande anche fra la popolazione. E a proposito va detto che laddove l'ospitalità è volontaria e al di fuori del dispositivo non saranno riconosciuti indennizzi.
De Rosa ha invitato a usare «il cuore, ma anche la testa», incoraggiando a mettere a disposizione spazi autonomi e indipendenti sia per quanto riguarda gli accessi che per quello che concerne i servizi.
Il punto di accesso al sistema di accoglienza rimane il centro di Chiasso, dove avviene la registrazione. A Cadenazzo è concentrata la valutazione dei bisogni e la presa a carico sanitaria e psicologica. Dopo una permanenza massima di 72 ore, i profughi vengono indirizzati in uno dei centri regionali collettivi (Aurigeno, Arzo e Airolo finora) che attualmente accolgono 194 persone.
In seguito - e qui sta la novità prevista dalla terza fase - gli ucraini avranno accesso ad appartamenti messi a disposizione dai Comuni o reperiti sul mercato e si vedranno riconosciuto un canone locativo (sono 157 gli spazi finora annunciati).
È inoltre garantita l'affiliazione alla cassa malati e le persone che non ricevono sostentamento in natura hanno diritto a un forfait di 500 franchi per persona sola, 750 per coniugi, 317 per il primo figlio minorenne, 268 a testa per gli altri e 500 per i figli maggiorenni.

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