8 marzo A Mendrisio un piazzale per Linda Brenni

SwissTXT / pab

8.3.2021

La posa della targa
La posa della targa
Ti-Press

Un passo, piccolo, ma concreto, verso la parità è stato compiuto a Mendrisio dove, proprio l'8 marzo, ha cominciato a concretizzarsi il progetto delle «Vie al femminile» che, nella prima fase, prevede di rinominare sette strade che andranno ad aggiungersi all'unica via finora dedicata ad una donna: quella che ricorda Lisa Cleis-Vela a Ligornetto.

Quale primo passo, con una breve cerimonia, è stata scoperta la targa che sancisce il cambiamento di nome del piazzale antistante il Palazzo comunale che da oggi, lunedì, è stato ribattezzato con il nome della prima municipale del borgo: Linda Brenni.

Quella di Mendrisio è stata una delle molte iniziative tenutesi lunedì in occasione della Giornata internazionale dell'8 marzo. Un appuntamento che, a livello locale e globale, è stato sottolineato da manifestazioni (restrizioni anticoronavirus permettendo) e prese di posizione per rivendicare maggiore attenzione per le donne in tutti gli ambiti, chiedere la fine delle disparità salariali e di trattamento e la violenza di genere.

Malgrado le restrizioni contro la pandemia, in tutta la Svizzera sono previste azioni, incontri e dibattiti per ricordare quanto resta ancora da fare per ottenere pari diritti fra i sessi. A Bellinzona una protesta contro l'ipotesi di fissare a 65 anni l'età pensionabile non solo per gli uomini.

Combattere le violenze

In occasione dell'8 marzo, dieci vittime di violenza sessuale della Svizzera tedesca e romanda hanno rivendicato una riforma della legge sui reati sessuali chiedendo che il sesso non consensuale venga considerato stupro per legge.

Amnesty International, che le sostiene, ha sottolineato come dodici Paesi europei riconoscano già questo fatto. Le donne che subiscono un rapporto sessuale contro la loro volontà non sono prese sul serio nell'attuale progetto di legge, hanno affermato le interessate.

La violenza sessuale può avvenire con o senza coercizione e in entrambi i casi si tratta di un'esperienza traumatica con gravi conseguenze per le vittime, hanno aggiunto.

Anche la cultura si mobilita

«A cinquant'anni dall'introduzione del suffragio femminile, e nonostante i progressi reali, la parità tra donne e uomini si scontra ancora con la realtà dei confronti, sia in termini di salario, carriera, legittimità di parola, libertà di apparire o di suddividere i compiti domestici», hanno spiegato i responsabili del Museo storico di Losanna, che propone, fino al 27 giugno, una mostra sui movimenti femministi.

Esposizioni analoghe si tengono anche al Museo nazionale svizzero di Zurigo, che presenta 200 anni di lotta per i diritti delle donne in Svizzera, e a quello storico di Berna, che pone l'accento sulle esponenti politiche che hanno lavorato a Palazzo federale, a partire dalla prima consigliera federale Elisabeth Kopp. Il museo storico di Lucerna dà invece voce alle pioniere del cantone.

A Ginevra, le rivendicazioni sono state esposte su ponti della città, mentre in centro a Losanna è stato allestito uno stand femminista e ideato un flash-mob sulla Place du 14-Juin. Il Politecnico federale ha organizzato inoltre una serie di incontri online con personalità femminili sui temi delle pari opportunità, della sostenibilità, dell'equità nella comunicazione scientifica e della promozione della parità di genere nel mondo professionale.

Lanciata un'app per i diritti delle donne

Una applicazione gratuita che consente un accesso semplice e veloce a tutti i testi giuridici delle Nazioni Unite nel campo dei diritti delle donne e dell'uguaglianza di genere è stata lanciata dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) all'ONU di New York.

Women’s Human Rights (W’sHR App) è stata aggiornata e perfezionata collaborazione con il Centro interdisciplinare per gli studi di genere dell'Università di Berna.