Esplosioni notturne a Bellinzona Un processo… col botto

SwissTXT / pab

11.1.2021

I rilievi da parte degli agenti della Polizia Scientifica sul piazzale delle scuole elementari di Bellinzona sud luogo di un'esplosione alle 01.30 di notte.
I rilievi da parte degli agenti della Polizia Scientifica sul piazzale delle scuole elementari di Bellinzona sud luogo di un'esplosione alle 01.30 di notte.
Ti-Press

Si profila il processo per l’autore della serie di botti notturni che si verificarono, nel Bellinzonese, tra il 2019 e il 13 marzo 2020.

La procuratrice pubblica Petra Canonica Alexakis ha infatti firmato il rinvio a giudizio contro il 21enne ticinese, in carcere da allora. Il giovane, difeso da Niccolò Giovanettina, comparirà alle Assise Criminali. Rischia fino a cinque anni di carcere.

Il fatto più eclatante, ricorda la RSI, è quello del 26 febbraio 2020, quando un coetaneo fece esplodere un suo ordigno artigianale alle Scuole elementari sud della capitale, causando danni per oltre 18mila franchi. Il congegno era stato assemblato con un tubo di acciaio, una cintura di sicurezza e 600 grammi di polvere pirica, ricavata da tre petardi.

Le accuse

Le accuse ipotizzate vanno dal danneggiamento all’uso delittuoso di materie esplosive o gas velenosi. E poi gli altri reati, non meno inquietanti. Come quello di discriminazione e incitamento all’odio, per essersi vestito, durante l’ultima edizione del Rabadan, con un cappotto dell’esercito militare tedesco corredato da svastiche. Oppure ancora l’infrazione alla legge federale sulle armi e sulle munizioni, riferita all’uso e il possesso di vari oggetti (inclusa una pistola soft air).

Il perito psichiatrico ha diagnosticato un disturbo di personalità narcisistico, suggerendo un trattamento stazionario. Alto il rischio di recidiva del giovane, che non potrà beneficiare di alcuna scemata imputabilità. Il motivo delle sue gesta? «Far parlare di sé», ha accertato il rapporto del medico.

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