Ticino Vaccinazioni e lavoro, l'avvocato Molo: «Regole contraddittorie»

SwissTXT / pab

23.8.2021

Immagine d'illustrazione
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Ti-Press

Come si stanno organizzando le aziende e quali problemi stanno emergendo, in questa nuova fase della pandemia in cui una parte delle persone sono vaccinate e un'altra no? Le regole generali sono poco chiare, per cui ci sono decisioni diverse a seconda della realtà.

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Dall’inizio dell’estate, infatti, come ricorda la RSI sul proprio sito, se non si è a contatto con il pubblico non è obbligatorio indossare la mascherina sempre e ovunque sul posto di lavoro. Spetta al datore di lavoro valutare quali misure adottare. Il canton Ticino, ad esempio, ha deciso che a scuola i docenti vaccinati non saranno obbligati a indossare la mascherina. Così come gli studenti vaccinati dai 16 anni in su.

Ma gli allentamenti in favore dei vaccinati stanno avvenendo anche nel privato, come conferma l'Associazione industrie ticinesi. «Evidentemente il datore di lavoro non può sapere se il collaboratore è vaccinato oppure no, non c’è un obbligo di dichiarazione. Però posso dire con una relativa certezza che la gran parte delle persone che lavorano nelle nostre imprese sono vaccinate», ha dichiarato ai microfoni della RSI Stefano Modenini, direttore di AITI.

L'Azienda elettrica ticinese, da inizio agosto permette ai lavoratori vaccinati di non indossare la mascherina in ufficio. Nell'Amministrazione cantonale, invece, i funzionari sono trattati tutti allo stesso modo.

«Certe misure devono valere anche per chi è vaccinato»

Luca Albertoni, direttore della Camera di commercio ticinese, ha invece sottolineato la complessità del momento: «Siamo partiti da una situazione in cui tutti dovevano proteggersi, poi si è fatto passare il messaggio per cui per taluni non era così. In realtà determinate misure di protezione devono valere anche per chi è vaccinato».

In molti sottolineano la necessità di trovare un equilibrio per evitare che si creino tensioni tra gli stessi lavoratori. «Quello che mi ha un po' stupito nelle scorse settimane è l'esasperazione del dibattito tra colleghi, cosa che sfocia in un deterioramento del clima di lavoro», ha affermato Giorgio Fonio, sindacalista OCST.

L'esperto: «Regole contraddittorie»

In Svizzera esiste, a livello legislativo, un’indicazione chiara per le aziende su come comportarsi con i propri dipendenti in relazione alla vaccinazione? «No, non esiste perché a monte non esiste nemmeno un’indicazione chiara sulla vaccinazione. In questo momento abbiamo una promozione delle immunizzazioni da parte della Confederazione, ma non abbiamo ancora avuto, né forse avremo mai, l’introduzione di un obbligo», ha spiegato sempre alla RSI l’avvocato Giovanni Molo.

«Quindi si tratta di derivare dall’obbligo generale che hanno le aziende di tutela dei propri lavoratori delle indicazioni concrete per le aziende che sono contraddittorie, perché da un lato preservare la personalità del lavoratore significa non imporre al lavoratore qualcosa che lui non vuole, quindi lasciare una libertà di scelta. Però questa tutela significa anche preservare la sicurezza dei lavoratori, che può significare anche promozione attiva delle vaccinazioni, in un certo senso», ha concluso.