Dal confine Frana in Val Formazza, individuati i due dispersi, ma la montagna continua a crollare
Sono state individuate tracce dei due escursionisti dispersi in alta Val Formazza, a pochi passi dal confine svizzero, dopo la frana caduta ieri, domenica, intorno alle 17.00 nella zona sotto il rifugio Città di Busto. Le ricerche sono difficili a causa dell'instabilità delle rocce.
I cani che sono al lavoro con i soccorritori hanno segnalato di avere individuato qualcosa.
I tecnici del soccorso li hanno visti con il binocolo e sono in attesa che un drone sorvoli il punto specifico per avere un riscontro preciso di che cosa gli animali abbiano individuato.
Se si tratterà dei corpi dei dispersi, resta da capire se saranno di facile e veloce estrazione, visto che la montagna continua a scaricare materiale.
La zona interessata dallo scoscendimento, giova ricordarlo, è larga almeno sessanta metri ed è quella del Piano dei Camosci, al di sotto del rifugio Città di Busto (attualmente già chiuso per la stagione invernale), a circa 2’400 metri di altitudine.
Giova ricordare che la Val Formazza confina con il Vallese e il Ticino e nel suo comprensorio c'è pure il Pizzo Basodino, più lata vetta del Ticino, raggiungibile dal lato svizzero passando per Robiei.
Si conosce l'identità delle vittime
Le due persone disperse, stando ai media italiani, tra i quali il sito di Rai News, sono un uomo e una donna di 41 e 31 anni di Nebbiuno e di Borgomanero, nel Novarese. Sono stati identificati partendo dall'auto rimasta nel parcheggio da cui partono i sentieri. Famigliari e amici dei due malcapitati, hanno poi confermato che si trovavano in zona.
«La zona interessata è raggiungibile soltanto a piedi, in circa due ore e mezzo di cammino coprendo un dislivello di circa 500-600 metri rispetto a dove si lascia l'automobile, oppure in elicottero» ha spiegato all'Ansa domenica la sindaca di Formazza, Bruna Papa.
«La zona è disabitata e il rifugio è già chiuso - ha aggiunto-. Dal paese non si vede assolutamente nulla».
