Realtà particolare Verso un Locarno Film Festival col CCL

SwissTXT / pab

30.6.2020 - 18:27

Se ne era discusso in Gran consiglio a fine maggio
Se ne era discusso in Gran consiglio a fine maggio
Ti-Press

Si è tenuto martedì a Lugano un primo colloquio tra parti sociali per concordare un contratto collettivo di lavoro per i dipendenti del Locarno Film Festival.

Inizia così il cammino verso un CCL per la manifestazione. Se ne era discusso in Gran consiglio a fine maggio, in seguito alla denuncia del copresidente del PS Fabrizio Sirica di situazioni contrattuali e salariali non adeguate. Situazioni riguardanti sia dipendenti fissi che temporanei.

Va innanzitutto rilevato come la situazione dell'evento locarnese sia particolarmente specifica: da un organico di poche decine di dipendenti fissi durante l'anno, a quasi un migliaio durante il corso della manifestazione.

«Un'occasione per chiarire alcuni aspetti»

Lorenzo Jelmini (deputato PPD e rappresentante OCST), e il collega della VPOD e deputato PS Raul Ghisletta, si sono incontrati martedì con il presidente del Festival Marco Solari e il direttore operativo Raphaël Brunschwig per vagliare accuratamente la casistica e per giungere a un'intesa.

«Un'occasione per chiarire alcuni aspetti e iniziare un percorso tra i sindacati e questa importante manifestazione», ha spiegato Jelmini ai microfoni della RSI. Anche la controparte ha definito l'incontro più che soddisfacente: «Abbiamo potuto illustrare le specificità del Festival», aggiunge Brunschwig.

Una situazione critica potrebbe essere quella dei contratti di stage. «È una valutazione che stiamo facendo - risponde Jelmini - Gli stagiare esistono in diverse realtà, e stiamo cercando di capire come si possa regolare la situazione».

Provvisorietà delle assunzioni

Per il direttore Brunschwig, a complicare le cose c'è anche la provvisorietà delle assunzioni: «Su un totale complessivo di 900 collaboratori parliamo di una ventina di stagiare su cui siamo rimasti d'accordo di approfondire nei dettagli, quasi caso per caso. Io non ritengo che la situazione sia problematica ma evidentemente è nell'interesse del Festival che qualsiasi potenziale ambiguità venga chiarita, a tutela nostra e di chi ci sta vicino».

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