Fuggite dall'Afghanistan Verzasca unita contro l'espulsione di una madre e sua figlia

SwissTXT / red

28.12.2022

Scorcio del nucleo di Brione Verzasca, dove ora vivono madre e figlia.
Scorcio del nucleo di Brione Verzasca, dove ora vivono madre e figlia.
archivio Ti-Press

L'obbiettivo è quello di bloccare l'allontamento di Khaleda e Satayesh, madre e figlia, fuggite dall'Afghanistan per ritrovare una casa in Ticino.

SwissTXT / red

28.12.2022

È la voce di un' intera valle quella che risuona nella raccolta firme per impedire che una madre e sua figlia, fuggite dall'Afghanistan, vengano allontanate dal Ticino, in particolare da Brione Verzasca, dove per la prima volta hanno trovato una comunità che le ha fatte sentire a casa. Contro la decisione di espulsione della Segreteria di Stato della migrazione (SEM) è stato presentato ricorso.

«Prima ero viva, ma non vivevo, ora invece - grazie a queste persone - ho ricominciato a vivere e io e mia figlia abbiamo ritrovato il sorriso», racconta grata Khaleda ai microfoni della RSI. Lei, 32 anni, è arrivata assieme a sua figlia Satayesh, di 8, a Brione dall'Afghanistan, dopo un lungo e travagliato percorso. Da subito sono state accolte con solidarietà e affetto dalla comunità locale.

Ora, però, a causa del regolamento di Dublino, rischiano di essere espulse dalla Svizzera e di dover tornare, per la seconda volta, in Slovenia, primo Paese dell'area Schengen in cui sono state registrate. «Non ci aspettavamo per la seconda volta una decisione negativa da parte delle autorità», riferisce Khaleda.

«Desidero che mia figlia abbia una vita e un futuro stabile e che non debba vivere quello che ho vissuto io», spiega la madre, sottolineando come le due si siano ambientate e integrate nella comunità locale: «Mia figlia va per la prima volta a scuola, parla già italiano e io mi sto impegnando per impararlo il più in fretta possibile».

Hanno fatto il possibile per integrarsi totalmente

Non solo con la lingua. Khaleda e Satayesh hanno fatto il possibile per integrarsi totalmente con la gente del posto, creando così una solida rete di amicizie: «Mi ha subito stupito la loro affabilità e la loro cortesia e voglia di integrarsi», rivela Veronica Soldati sempre ai microfoni della RSI.

Affidabilità e cortesia confermate anche da Valentina Matasci, che racconta come Khaleda «porta a passeggio il cane di una persona anziana che ha male a una gamba», definendola «una persona molto aperta e disponibile».

Gli abitanti della valle hanno perciò deciso di avviare una petizione di sostegno. 2'500 le firme raccolte: «C'è stata una mobilitazione incredibile, abbiamo avuto pochissimi giorni per questo ricorso ma abbiamo raccolto un sacco di firme e c'era gente ancora questa mattina che mi aspettava per darmi il foglio», dichiara a riguardo Soldati.

Ieri, martedì, è partito il ricorso alla decisione di Berna, che Khaleda spera con tutto il cuore possa cambiare. Ora che assieme alla sua bambina Satayesh ha finalmente trovato protezione, stabilità e una famiglia.