Il canton Ticino, seguendo l'esempio del Cantone e della città di Zugo, ma anche del Comune di Chiasso, deve avviare un progetto pilota che permetta ai cittadini di pagare i servizi dello Stato in bitcoin, come chiesto da una mozione che Paolo Pamini e cofirmatari avevano presentato nell'ottobre del 2017.
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12.04.2021, 17:44
12.04.2021, 18:02
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Lo ha deciso oggi, lunedì, il Gran Consiglio ticinese nella prima giornata della sua sessione di aprile. A favore hanno votato 48 deputati, contro 36, mentre 3 si sono astenuti.
Si tratta semplicemente di dare un segnale di fiducia al fintech, ha affermato il mozionante nel suo intervento, dicendo di non aspettarsi un gran numero di transazioni.
La relatrice di maggioranza Natalia Ferrara ha minimizzato i rischi, anche quello di cambio evocato nel messaggio governativo: lo Stato dovrebbe incaricare una società intermediaria terza così da incassare in franchi e non in criptovaluta.
Autore del rapporto di minoranza, Ivo Durisch aveva invece insistito proprio su questi aspetti: lo Stato, ha sostenuto, non dovrebbe promuovere le valute virtuali per il pericolo di evasione ad essa legato, la mancanza di trasparenza sui beneficiari e la grande quantità di energia che richiedono.