Guy Parmelin a Sessa «Vincere la paura e trasformarla in risorsa»

Swisstxt

1.8.2022 - 23:29

Guy Parmelin
Guy Parmelin
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Guy Parmelin, che ha fatto tappa anche a Sessa in occasione del Primo Agosto, invita a reagire alle difficoltà con «ottimismo e fermezza».

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Il quadro che la Svizzera si trova a dover affrontare «può effettivamente risultare preoccupante» e «si prospettano tempi meno sereni, se non addirittura più turbolenti», ma ciò non deve condurre all’inerzia o all’ansia. La paura va vinta e trasformata in risorsa per reagire alle difficoltà dando prova di «ottimismo e fermezza».

È un invito a non lasciarsi andare, a evitare di essere passivi e a reagire che il consigliere federale ha rivolto agli svizzeri, ai ticinesi e in particolare agli abitanti di Tresa che lunedì sera lo hanno accolto a Sessa per i festeggiamenti del 1° Agosto.

Il capo del Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca non ha nascosto a nessuno che i tempi sono difficili. «L’approvvigionamento alimentare ed elettrico, il gas, il petrolio ci spingono fatalmente verso soluzioni d’emergenza, a cominciare dalla lotta agli sprechi.

Forse i tempi della spensieratezza sono finiti o semplicemente sospesi», ha detto. D’altro lato ha però ricordato che «le difficoltà possono rivelarsi occasioni propizie per pensare positivo, possono innescare cambiamenti che in tempi favorevoli non avremmo probabilmente intrapreso».

Il 2022? «Non esattamente un’ottima annata»»

Da viticoltore, ha sottolineato il consigliere federale UDC, «dal punto di vista politico, il 2022 non è esattamente quella che chiameremmo un’ottima annata» facendo riferimento alla guerra in Ucraina, alle difficoltà economiche, al cambiamento climatico, all’inflazione e alle prospettive «ancora poco chiare sul futuro delle nostre relazioni con l’Unione Europea».

Ma non è il caso di disperare, ha sottolineato lanciando poi un appello alla responsabilità sia delle autorità che individuale. «La vita pone continuamente ognuno di noi davanti a sfide che, in fondo, sono analoghe a quelle che il nostro Paese affronta giorno dopo giorno. Senza farsi prendere dal panico, ma nemmeno rimanendo passivi. Come ognuno di noi, anche il Consiglio federale, a modo suo, si adopera per risolvere le difficoltà».

L'impegno della Confederazione per far fronte alle varie sfide poste dal momento storico e l'importanza in questo frangente di non dimenticare i valori sui quali è stata costruita la Svizzera, sono stati sottolineati anche dagli altri membri del Governo in occasione dei festeggiamenti del Natale della Patria che li hanno visti intervenire ai quattro angoli del paese.

I discorsi di Amherd, Sommaruga, Keller-Sutter e Berset

Viola Amherd nel suo discorso a Winterthur ha parlato in particolare del valore della democrazia e dello Stato di diritto nel corso del quale ha messo in guardia dal fatto che «ci sono sempre più Stati governati in modo autocratico» e che le tendenze antidemocratiche si avvertono anche in Europa.

A Friburgo, Simonetta Sommaruga, ricordato che la Svizzera ha fatto affidamento sulle importazioni di energia per troppo tempo, ha insistito sulla fattibilità della transizione che ridurrà la dipendenza dall'estero e dalle fonti non rinnovabili.

Un richiamo all'indipendenza e alla libertà che sono stati al centro dell'allocuzione di Karin Keller-Sutter al Moléson: «Dobbiamo difendere le nostre libertà, la nostra sicurezza, le nostre istituzioni, la nostra cultura politica».

Da parte sua Alain Berset a Bellerive ha inviato a mettere da parte le polemiche e l'intransigenza per focalizzare l'attenzione su ciò che unisce.

Cassis: «Il mondo ha bisogno di più svizzeritudine»

Un'unità cercata anche dal presidente della Confederazione Ignazio Cassis che lunedì sera a Losanna ha concluso il suo tour ferroviario della Svizzera partito da Lugano e che ha toccato Knonau, Grenchen e Yverdon-les-Bains. Un itinerario che è stato «un omaggio alla nostra favolosa capacità di dialogo e di compromesso».

«Sono convinto che il mondo di oggi abbia bisogno di più svizzeritudine» ha affermato Ignazio Cassis sulle rive del Lemano.

«Restare uniti è ciò che abbiamo imparato a fare nel cuore dell'Europa, sul nostro territorio, punto di incontro di quattro lingue e altrettante culture. È questo che voglio celebrare quest'anno come pPresidente della Confederazione: la nostra capacità di vivere insieme e a volte anche di andare incontro agli altri», ha concluso il ticinese alla guida del del Dipartimento federale degli affari esteri.