10 anni dopo si ammette Assassinio di Adeline, la Svizzera romanda «aveva anni di ritardo»

clsi, ats

12.9.2023 - 09:47

La morte di Adeline aveva scosso l'opinione pubblica romanda
La morte di Adeline aveva scosso l'opinione pubblica romanda
Keystone

Dieci anni dopo l'assassinio della socioterapeuta ginevrina Adeline, il direttore medico di Curabilis ammette che la Svizzera romanda «aveva anni di ritardo» nella presa a carico di persone pericolose che soffrono di disturbi psichici.

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«A posteriori, si può fare una critica spietata di ciò che è successo», ha commentato alla «Tribune de Genève» Panteleimon Giannakopoulos, che è responsabile del carcere ginevrino nel quale sono collocati i detenuti afflitti da turbe mentali.

Mentre nella Svizzera tedesca, un supporto più completo era già proposto, «la Svizzera romanda e latina aveva anni di ritardo, sia nelle strutture che nel contenuto delle cure», ha aggiunto.

All'epoca, «non ci si interessava abbastanza al fragile equilibrio tra la patologia psichiatrica, la necessità del reinserimento sociale dei detenuti e la garanzia della pubblica sicurezza», ha spiegato il direttore di Curabilis. Quest'ultimo ha pure criticato una mancanza di coordinamento.

Per Panteleimon Giannakopoulos, dobbiamo anche chiederci fino a che punto è auspicabile accompagnare un individuo verso la libertà, «e a che punto il nostro sguardo benevolo diventa ingenuo». «Prima di Adeline, la nostra benevolenza si tingeva di ingenuità», afferma.

«Spazio per il miglioramento»

Sebbene sostenga che ci sono stati «parecchi» progressi nel reinserimento dei detenuti sottoposti a misure, Giannakopoulos ammette che ci sono «margini di miglioramento» quando si tratta di persone che scontano una pena detentiva. L'assassino di Adeline rientra in questa seconda categoria.

Zeinab Aouamri, direttrice del Dipartimento per l'applicazione delle pene e delle misure (Sapem) del Cantone di Ginevra, ha dichiarato a Le Temps che, dopo il caso di Adeline, sono stati assunti una dozzina di criminologi per effettuare valutazioni. E quando si tratta di dimettere gli autori di reati, non è più possibile avere un solo responsabile.

La terapista sociale ginevrina Adeline, giova ricordarlo, è stata barbaramente uccisa, dopo essere stata torturata, il 12 settembre 2013, mentre accompagnava il detenuto Fabrice A. in una gita autorizzata dal Sapem e organizzata da La Pâquerette, un centro per persone che devono scontare condanne pesanti.

Il suo assassino, Fabrice A., è stato condannato nel 2017 all'ergastolo e alla detenzione ordinaria.