Parlamento Anche le donne in pensione a 65 anni

ATS

4.9.2020 - 14:17

L'età di pensionamento per le lavoratrici potrebbe salire a 65 anni, come gli uomini.
L'età di pensionamento per le lavoratrici potrebbe salire a 65 anni, come gli uomini.
Source: KEYSTONE/DPA/BERND THISSEN

La Commissione della sicurezza sociale del Consiglio degli Stati ha stabilito oggi che l'età di pensionamento delle donne dovrà essere parificata a quella degli uomini, passando dai 64 anni attuali a 65.

Questo aspetto del progetto governativo di stabilizzazione dell’AVS (AVS 21) – ancora in fase di esame in seno alla commissione – rappresenta un elemento centrale della riforma, ricorda una nota odierna dei servizi parlamentari.

La nozione di «età di pensionamento», prosegue il comunicato, sarà sostituita da quella di «età di riferimento». L'età di riferimento delle donne sarà innalzata progressivamente, secondo tappe di tre mesi all'anno su un periodo di quattro anni. Il primo aumento avrebbe aver luogo un anno dopo l'entrata in vigore della revisione.

La commissione proseguirà l'esame particolareggiato degli altri aspetti della riforma dopo la sessione autunnale, affrontando in particolare la questione delle misure di compensazione dell'aumento dell'età di riferimento delle donne e della flessibilizzazione della riscossione delle rendite.

Il progetto del Consiglio federale, presentato il 28 agosto 2019, oltre all'aumento dell'età pensionabile della donne prevede la possibilità di anticipare o ritardare la riscossione della rendita di vecchiaia e l'incremento di 0,7 punti percentuali dell'IVA.

Il maggior introito fiscale derivante dall'incremento dell'Iva verrebbe interamente attribuito al Fondo di compensazione AVS permettendogli così di raggiungere un grado di copertura sufficiente. L'aumento, che verrà effettuato in una sola tappa al momento dell'entrata in vigore della riforma, comporta una modifica della Costituzione ed è quindi sottoposto a referendum obbligatorio. Il popolo sarà dunque chiamato ad esprimersi almeno su questo punto.

In base ai piani del governo, la riforma dovrebbe entrare in vigore il primo gennaio 2022, ma molto dipenderà dalla durata delle deliberazioni parlamentari e dalla data della votazione popolare.

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