Giustizia Appello per più tutela violenze sessuali

ATS

12.6.2020 - 07:19

È stato lanciato un appello per una migliore protezione contro la violenza sessuale in Svizzera. Immagine simbolica.
È stato lanciato un appello per una migliore protezione contro la violenza sessuale in Svizzera. Immagine simbolica.
Source: KEYSTONE/LUIS BERG

Cinquantacinque organizzazioni e 130 personalità hanno lanciato e firmato oggi un appello per una revisione del diritto penale in Svizzera che garantisca una migliore protezione contro la violenza sessuale.

L'appello chiede una riforma rapida e globale del codice penale svizzero affinché tutti gli atti sessuali non consensuali «possano essere adeguatamente puniti». In concreto, «i reati previsti dagli articoli 189 (coazione sessuale) e 190 (violenza carnale) devono essere completati di conseguenza», precisano i firmatari in un comunicato odierno.

Il diritto all'autodeterminazione sessuale è un diritto fondamentale che deve essere preso in considerazione, aggiungono. Qualsiasi rapporto sessuale richiede il consenso di tutte le persone coinvolte.

Gli avvocati e i centri di assistenza alle vittime parlano regolarmente delle difficoltà che le vittime incontrano nell'accedere alla giustizia, si legge nel comunicato. E spesso devono spiegare alle vittime che una denuncia non ha possibilità di successo perché non c'è stata abbastanza pressione psicologica, violenza o minaccia, e che quindi il caso non corrisponde all'attuale definizione penale che riguarda stupri e coercizioni.

Secondo uno studio dell'istituto gfs.bern pubblicato nel maggio 2019, il 22% delle donne in Svizzera ha già subito atti sessuali non consensuali e il 12% ha avuto rapporti sessuali contro la propria volontà. Quasi la metà delle donne colpite tiene per sé l'episodio di violenza.

Tra i firmatari figurano Amnesty International, l'alleanza delle società femminili svizzere (alliance f), Salute sessuale svizzera, Terre des femmes e numerosi politici, esperti di diritto penale, avvocati, medici, professionisti specializzati nella violenza contro le donne e coloro che lavorano in ambienti culturali.

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