Sessione Approvato il nuovo contributo di coesione all'UE

ATS

18.3.2019 - 20:23

Il consigliere federale Ignazio Cassis
Il consigliere federale Ignazio Cassis
Source: KEYSTONE/PETER SCHNEIDER

Al termine di un lungo dibattito, il Consiglio nazionale ha approvato lunedì la concessione di un secondo contributo di coesione all'UE pari a 1,3 miliardi di franchi diluiti su dieci anni.

Rispetto agli Stati, che dovrà riesaminare il dossier, la Camera del popolo ha raddoppiato i mezzi (da 190 milioni a 380 milioni) destinati a quei Paesi, come la Grecia o l'Italia, alle prese con una forte pressione migratoria.

Nel corso del dibattito, la Camera del popolo ha respinto tutte le proposte di non entrata nel merito presentate dall'UDC, nonché una proposta sostenuta ad alcuni PLR e UDC di rinvio al Consiglio federale.

Un'occasione per parlare anche di accordo quadro

Il dibattito è stato sfruttato soprattutto dai democentristi per denunciare l'accordo istituzionale con l'UE. L'editore della Weltwoche, Roger Köppel (ZH) ha rinfacciato alla maggioranza in Parlamento di voler sottomettere la Svizzera ai giudici stranieri, insomma di svendere l'indipendenza della Svizzera, distruggendo in questo modo un modello di successo. E, colmo dei colmi, di essere anche disposti a concedere un ulteriore miliardo di coesione senza ottenere nulla in cambio. «Ma siamo diventati matti?«, ha esclamato il consigliere nazionale UDC, chiedendosi se il il Parlamento non stesse vivendo «in un universo parallelo».

Proteste cadute nel vuoto: per la maggioranza il contributo di coesione è invece un segno tangibile di solidarietà nei confronti dei Paesi dell'Est volto alla loro stabilizzazione e al loro sviluppo, sviluppo da cui la Confederazione trae anche un beneficio economico.

«L'UE rimane il nostro principale partner commerciale»

«Per un Paese esportatore come la Svizzera è importante avere un accesso a questi mercati, con milioni di consumatori», ha affermato in aula il consigliere federale Ignazio Cassis.

Manuel Tornare (PS/GE) ha sottolineato che l'UE rimane pur sempre il nostro principale partner commerciale e finanziario. Si tratta anche di tendere una mano all'Europa, insomma di contribuire alla distensione delle nostre relazioni con Bruxelles, ha aggiunto Balthasar Glättli (Verdi/ZH).

Diversi oratori hanno ricordato che la Svizzera potrà decidere quali progetti finanziare e potrà controllarne l'avanzamento. Insomma, non si tratta di un salto nel buio.

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