GuerraLe autorità pianificano i termini di partenza e gli aiuti per gli ucraini
su, ats
4.10.2023 - 10:51
Il Consiglio federale si prepara per il ritorno dei profughi ucraini in patria anche se la fine del conflitto pare ancora lontana. Se lo statuto S dovesse essere abrogato le autorità vogliono che più rifugiati possibile lascino la Svizzera volontariamente.
su, ats
04.10.2023, 10:51
04.10.2023, 11:54
SDA
Il governo aveva attivato lo statuto di protezione S il 12 marzo 2022 per proteggere in maniera rapida e semplice i profughi ucraini. Il 9 novembre aveva deciso di non abrogarlo almeno fino al 4 marzo 2024, a meno che la situazione in Ucraina non si stabilizzi in modo duraturo.
Venerdì scorso il Consiglio federale ha preso atto e approvato il piano per un futura abolizione dello statuto per i profughi ucraini. Al contempo ha assicurato che tale piano non rappresenta un pregiudizio per la soppressione dello statuto e che un ritorno sicuro nel paese non è ancora prevedibile. Il Consiglio federale intende inoltre coordinarsi con altri paesi europei.
Tuttavia, nell'ottica di una pianificazione lungimirante, il Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) ha incaricato la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) di esaminare assieme ai Cantoni le questioni giuridiche, organizzative e processuali legate a un'eventuale futura abrogazione dello statuto di protezione S.
Nel piano – trasmesso oggi a vari media tra cui l'agenzia di stampa Keystone-ATS – si punta a un'abolizione dello statuto S due o tre anni dopo l'inizio della guerra, ossia nel 2024 o 2025. I tempi per lasciare la Svizzera non dovranno essere né troppo corti, né troppo lunghi: si parla di un termine di partenza dell'ordine di sei-nove mesi.
Vengono poi ipotizzati aiuti al ritorno finanziari: nel piano viene raccomandato di attribuire più soldi a coloro che partono nel periodo iniziale del termine di partenza e di ridurre l'importo a coloro che lasceranno la Svizzera più tardi.
Secondo le previsioni dovrebbero rientrare circa 70'000 ucraini, di cui l'80% spontaneamente, soprattutto famiglie separate dagli uomini rimasti in Ucraina. Il rimanente 20% lascerebbe scadere il termine di partenza, una quota che può variare in base alla durata della guerra e del grado di distruzione del paese.