«Fiero del Ticino» Cassis: «L'accordo quadro con l'UE è importante, ma non è indispensabile»

hm, ats

18.1.2021 - 11:01

L'accordo con l'Ue si farà solo se va bene alla Svizzera, promette il vicepresidente del Consiglio federale.
L'accordo con l'Ue si farà solo se va bene alla Svizzera, promette il vicepresidente del Consiglio federale.
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Importante, ma non assolutamente necessario: così è l'accordo quadro con l'Ue, secondo il consigliere federale Ignazio Cassis. Parlando della pandemia: «Sono fiero del Ticino».

In un'intervista il politico PLR ticinese condanna anche l'intolleranza verso le opinioni altrui e parla del fenomeno della rimozione del tema della morte dalla società.

Nel colloquio con i giornalisti della Neue Zürcher Zeitung il ministro degli esteri dapprima torna ancora una volta sull'intesa con Bruxelles. «Ho sempre detto che il Consiglio federale firmerà una convenzione solo se questa andrà bene alla Confederazione. L'accordo quadro è importante per la Svizzera, ma non vitale per la sua sopravvivenza. Voglio mantenere la discussione spassionata».

A chi gli chiede di trovare finalmente il tasto «Reset» nelle relazioni con l'Ue, come aveva promesso prima della sua elezione, il 59enne risponde che «Reset» è stato frainteso da taluni come «Shutdown»: «si tratta di due funzioni differenti sul computer», puntualizza.

Ancora nessun appuntamento con l'Ue

Riguardo ai punti dell'accordo che il governo vuole migliorare nel corso di colloqui con l'Unione europea non sembrano invece essere stati fatti passi avanti e la nuova segretaria di stato Livia Leu appare non avere ancora un appuntamento in agenda. «L'UE è stata pesantemente assorbita dalla Brexit e dalla questione del bilancio alla fine dello scorso anno. Inoltre, la pandemia di coronavirus ha reso difficile trovare una data. Tuttavia, sono ora fiducioso che presto potremo tenere discussioni con l'Ue».

Anche sulla molto dibattuta questione della sovranità nei rapporti con l'Ue – che nasce dal modo con cui verrebbero risolte le eventuali vertenze nell'ambito dell'accordo – Cassis non dà una risposta diretta. «Il Consiglio federale ha deciso di consolidare e ampliare il percorso bilaterale con l'UE. Vogliamo quindi continuare a partecipare parzialmente al mercato interno dell'UE. E per questo è necessario un accordo quadro».

Polarizzazione della politica e pandemia

Il medico con studi all'università di Zurigo parla anche della polarizzazione politica in Svizzera, a suo avviso cominciata parecchio tempo fa, «si pensi alla votazione sullo spazio economico europeo 30 anni or sono». Cita a questo proposito anche la Lega in Ticino, per poi parlare della piramide dei bisogni di Maslow: la realizzazione di sé è possibile solo nella prosperità, il benessere porta all'individualismo e questo alla polarizzazione, argomenta Cassis. «I problemi sono sempre più piccoli, anche quelli su cui si litiga. All'estero, mi capita spesso di sentire: vorrei avere i vostri problemi».

La pandemia rappresenta per contro una sfida seria e il vicepresidente del Consiglio federale sostiene le nuove misure entrate in vigore oggi. «Se sottovalutiamo il pericolo rappresentato dai virus mutati in Svizzera accadrà la stessa cosa che in Inghilterra: il numero di casi esploderà e andrà fuori controllo. Ora abbiamo l'opportunità unica di frenare questo sviluppo, perché possiamo imparare dall'esperienza di altri paesi. Sì, le misure sono dure, ma purtroppo sono necessarie. Dobbiamo rallentare l'epidemia e allo stesso tempo vaccinare, vaccinare, vaccinare».

«Sono orgoglioso del Ticino»

Cassis parla anche della situazione a sud delle Alpi. «Come ex medico cantonale in Ticino sono orgoglioso del mio cantone. Lì praticamente tutti i residenti dei centri per anziani sono già stati vaccinati. Mia madre ha ricevuto una lettera personale del medico cantonale che spiega dove e quando può farsi vaccinare. Ma purtroppo non tutti i cantoni sono ancora sulla stessa strada», si rammarica l'ex presidente del gruppo parlamentare federale PLR. «Ogni giorno senza vaccinazione è un giorno perso».

In quest'ambito Cassis ricorda che senza federalismo non ci sarebbe la Svizzera e deplora il fatto che la diversità sia oggi poco apprezzata. «L'unica diversità che attualmente ha una connotazione positiva è la biodiversità: la diversità politica ha al momento una reputazione meno buona».

E ancora: «Osservo che molte persone hanno la sensazione di non poter più dire quello che pensano. C'è molta pressione per dire solo ciò che è accettabile. Tutti parlano di diversità di opinioni, ma sento una crescente inibizione ad avere il coraggio di pensare in modo diverso». Per il successore di Didier Burkhalter alla testa del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) nell'era dei media sociali si opera sempre di più con slogan ed emozioni: «questo influenza anche la politica, ci sono sempre più tabù».

La morte rimane comunque un tabù

Il tabù numero uno è comunque quello della morte. «Quale medico, so che la morte fa parte della vita. Un'epidemia fa vittime, purtroppo. Sono stato presidente dell'associazione delle case anziani Curaviva per sei anni. Ci siamo occupati quotidianamente di questioni relative alla morte, alla dignità umana e ai diritti umani. Già allora abbiamo visto quanto sia difficile per la società accettare la morte come una fase della vita. O anche solo di parlare della morte».

Probabilmente anche qui si conferma il modello di Maslow, prosegue Cassis. «Nella fase di auto-realizzazione, una società benestante non vuole affrontare eventi così difficili da sopportare come l'inevitabilità della morte. Da bambino, la morte era qualcosa di naturale per me», riferisce il politico nato nel 1961 a Sessa, nel Malcantone. «Quando qualcuno moriva nel villaggio, veniva steso a casa sua: tutti prendevano commiato, toccavano il defunto un'ultima volta. Anche i bambini sapevano cosa significava la morte. Oggi abbiamo rimosso la morte. In qualità di medico mi dispiace che, come consigliere federale, devo tenere conto di questo fenomeno sociale nelle mie decisioni», conclude il probabile presidente della Confederazione per il 2022.

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