Guerra in Ucraina Cassis: «Bucha ci ha scioccati, ma non reagiamo impulsivamente»

bt, ats

4.4.2022 - 18:55

Il presidente della Confederazione Ignazio Cassis. Immagine d'illustrazione.
Il presidente della Confederazione Ignazio Cassis. Immagine d'illustrazione.
KEYSTONE/Laurent Gillieron

«Le immagini di Bucha che abbiamo visto ci hanno profondamente scioccato in quanto esseri umani». Lo ha detto oggi il presidente della Confederazione Ignazio Cassis, commentando il massacro di civili nel sobborgo di Kiev, scoperto dopo il ritiro delle truppe russe.

4.4.2022 - 18:55

Non bisogna però reagire d'impulso, ha aggiunto il consigliere federale, secondo cui prima bisogna analizzare i fatti. «Chiediamo un'inchiesta internazionale indipendente» sulle presunte violazioni dei diritti umani in Ucraina, ha dichiarato il ticinese, o da parte delle Nazioni Unite o dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE).

Stando a Cassis, che ha parlato durante un incontro con la stampa a Berna, la Svizzera è pronta a partecipare a questa inchiesta fornendo risorse ed esperti.

Spetta a un tribunale condannare

Il ministro degli esteri ha poi ribadito l'invito alla prudenza, facendo notare che definire quanto successo un crimine contro l'umanità non deve essere una mossa politica.

Spetta infatti a un tribunale esprimersi eventualmente in questi termini, ha proseguito Cassis. «Si può immaginare che si tratti di crimini contro l'umanità, ma la diplomazia deve essere attenta alle parole che usa».

Più netta è stata la posizione della Segretaria di Stato del Dipartimento degli affari esteri (DFAE) Livia Leu al termine di un incontro oggi a Berna con la parlamentare ucraina Olena Khomenko. Su Twitter, Leu ha scritto di aver condiviso con la parlamentare la preoccupazione della Svizzera su «presunti crimini di guerra» ("alleged war crimes" nell'originale) a Bucha.

Bucha ha provocato forti reazioni internazionali

La strage di civili a Bucha ha provocato una condanna internazionale praticamente unanime. Le immagini provenienti dall'Ucraina hanno mostrato i corpi, a volte con le mani legate dietro la schiena, sparpagliati per le strade e gettati in fosse comuni.

Le autorità di Kiev, sostenute dai loro alleati, hanno accusato i soldati russi di aver commesso queste atrocità. Una tesi respinta con fermezza dal Cremlino, che parla invece di messinscena degli ucraini e dell'Occidente.

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