Guerra in Ucraina In Svizzera si traduce con più cooperazione con la Nato e l'Ue

cp, ats

7.9.2022 - 17:42

La consigliera federale Viola Amherd insieme a Thomas Suessli, il capo dell'Esercito svizzero, alla conferenza stampa sul rapporto integrativo al Rapporto sulla politica di sicurezza 2021 sulle conseguenze della guerra in Ucraina, mercoledì 7 settembre 2022 a Berna.
La consigliera federale Viola Amherd insieme a Thomas Suessli, il capo dell'Esercito svizzero, alla conferenza stampa sul rapporto integrativo al Rapporto sulla politica di sicurezza 2021 sulle conseguenze della guerra in Ucraina, mercoledì 7 settembre 2022 a Berna.
KEYSTONE/Peter Klaunzer

La guerra in Ucraina, che ha scombussolato il panorama geopolitico europeo, dovrebbe tradursi per la Svizzera in una maggiore cooperazione con la Nato e l'Ue, nel rispetto tuttavia della neutralità, e nel rafforzamento delle capacità dell'esercito a fronteggiare l'aumento della minaccia.

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È il succo del rapporto 2021 sulla politica di sicurezza, adottato oggi, mercoledì, dal Consiglio federale dopo averlo aggiornato alla luce dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia.

La guerra in Ucraina, stando a una nota odierna dell'esecutivo, ha confermato e concretizzato la crescente minaccia rappresentata dai conflitti ibridi, che includono la disinformazione e l’influenza, i cyberattacchi, le operazioni coperte e anche il conflitto armato.

Le forze armate europee saranno nuovamente più orientate alla dissuasione e alla difesa da un attacco militare e alla guerra convenzionale.

Una maggiore cooperazione con Nato e Ue

La guerra ha anche generato una nuova dinamica nella cooperazione in materia di politica di sicurezza e di difesa. In concreto si tratta di approfondire la collaborazione con la Nato e l’Ue. Simili possibilità devono essere utilizzate, nel rispetto della neutralità, per rafforzare la propria capacità di difesa, precisa il comunicato.

Ciò include, ad esempio, una maggiore partecipazione a esercitazioni, un ampliamento della capacità di cooperazione militare a settori importanti per la difesa, un’intensificazione dello statuto di partenariato presso l'Alleanza atlantica o una partecipazione dell’esercito a formazioni dell’Ue quali l’EU Rapid Deployment Capacity (per operazioni di salvataggio, evacuazione e stabilizzazione).

Truppa: lacune da colmare in fretta

Il rapporto si occupa inoltre delle lezioni tratte dalla guerra e delle conseguenze sullo sviluppo delle capacità dell’esercito. L’attuazione in corso dei rapporti di base sulla difesa aerea, sulle truppe di terra e sulle cibercapacità è stata oggetto di una verifica.

Ne risulta che la pianificazione delle capacità procede come previsto, in particolare per quanto riguarda la capacità di condotta e la ciberdifesa, la mobilità, la protezione da attacchi aerei e l’appoggio di fuoco indiretto.

Parallelamente alla cooperazione rafforzata si intende accelerare la modernizzazione delle capacità e dei mezzi dell’esercito, integrando costantemente gli insegnamenti tratti dalla guerra. L’aumento delle risorse finanziarie per la truppa consentirà di sviluppare competenze importanti e colmare lacune più rapidamente.

Vi sono lacune di capacità critiche nella difesa anticarro e nella capacità di resistenza, soprattutto riguardo alle scorte troppo esigue di munizioni. Per questo si prevede, tra l’altro, di acquistare missili terra-terra ad ampia gittata e di chiedere, con il Programma d’armamento 2023, alcune centinaia di milioni di franchi per incrementare le scorte di munizioni e missili.