Politica Svizzera-Cina, Cassis: «Dialogo critico, ma costruttivo»

cp, ats

19.3.2021 - 14:50

Il consigliere federale Ignazio Cassis mentre presenta la strategia del governo nei confronti della Cina.
Il consigliere federale Ignazio Cassis mentre presenta la strategia del governo nei confronti della Cina.
Keystone

Anche se ci sono differenze di valori importanti tra i due Paesi, non possiamo esimerci dal dialogare – anche criticamente – con la Cina, il nostro terzo partner commerciale e un attore di primo piano a livello politico ed economico mondiale.

Keystone-SDA, cp, ats

Voltare le spalle a Pechino, non farà migliorare la situazione in fatto di diritti umani. Per questo è importante avere una strategia di approccio globale a questo Stato, ha affermato oggi davanti ai media il ministro degli esteri, Ignazio Cassis, sottolineando che il tema dei diritti umani occuperà un posto centrale nei contatti bilaterali.

A tale riguardo, il consigliere federale ticinese ha ammesso che la situazione su questo fronte è peggiorata in Cina, specie per quanto attiene al rispetto delle minoranze da parte del regime autoritario di Pechino.

La strategia ufficiale per la Cina – frutto di uno sforzo interdipartimentale – adottata dal Consiglio federale definisce gli obiettivi e le misure della politica svizzera nei confronti di questo Paese per gli anni 2021-2024.

Garantire una politica coerente nei confronti della Cina è fondamentale, secondo Cassis, tenuto conto non solo della sua ascesa, ma anche del fatto che questo paese è il terzo partner commerciale del nostro Paese, con quale intratteniamo relazioni diplomatiche da 70 anni, un dialogo sui diritti umani e col quale abbiamo firmato un accordo di libero scambio.

La Cina, insomma, è un attore ineludibile sullo scacchiere politico mondiale, passato dalla status di partner per l'Ue e gli Stati Uniti, a temibile concorrente. Cassis ha ricordato gli importanti investimenti cinesi in Svizzera, come i contatti di questo paese con Cantoni e Città, ma anche i forti interessi elvetici nel Paese asiatico.

Con la sua strategia, ha aggiunto il ministro PLR, il Consiglio federale tiene conto degli attuali sviluppi geopolitici. La crescente concorrenza tra le grandi potenze e, in particolare, una polarizzazione sino-americana non corrispondono agli interessi della Svizzera, la cui politica estera attribuisce grande importanza alla promozione di regole e standard validi a livello globale, al buon funzionamento delle organizzazioni multilaterali e a un'economia mondiale senza fratture.

I principi

Nei confronti della Cina, il Consiglio federale intende perseguire una politica indipendente. Poiché si tratta di un paese prioritario della politica estera elvetica, verranno rafforzate le necessarie competenze. A tale riguardo verrà istituito un nuovo comitato di coordinamento interdipartimentale che garantisce lo scambio di informazioni ed esperienze tra tutti gli organi federali che hanno a che fare con la Cina.

Oltre a ciò, il Consiglio federale intende adoperarsi per l'integrazione di Pechino nell'ordine internazionale liberale e nella ricerca di risposte alle sfide globali, specie nell'ambito ambientale, ha ricordato Cassis, alla luce del fatto che questo Paese è tra i maggiori produttori di gas serra.

Gli ambiti di cooperazione

Dal punto di vista tematico, anche nella Strategia Cina il Consiglio federale si focalizza sulle priorità della Strategia di politica estera 2020–2023.

In tema di pace, l'accento è posto sulla sicurezza globale e regionale, sulla sicurezza interna della Svizzera, sul multilateralismo e sui diritti umani. La Svizzera comunica chiaramente alla Cina che il rispetto dei diritti fondamentali individuali deve essere una componente centrale delle relazioni tra i due Paesi. La Svizzera è pronta a proseguire il dialogo sui diritti umani con la Cina anche nel periodo 2021-2024.

Riguardo alla prosperità, il Consiglio federale persegue l'obiettivo di un accesso non discriminatorio al mercato, ha sottolineato Cassis, compresa la tutela e l'applicazione dei diritti relativi alla proprietà intellettuale in Cina. Per quanto riguarda l'accordo di libero scambio in vigore tra i due Paesi da 7 anni, il governo intende ammodernarlo, ha spiegato Cassis.

In merito alla sostenibilità, l'Agenda 2030 dell'ONU costituisce un importante quadro di orientamento per la cooperazione con Pechino. In relazione ai progetti infrastrutturali cinesi – come il faraonico progetto denominato Via della Seta – la Svizzera si concentra su clima e ambiente, salute, settore finanziario sostenibile, cooperazione allo sviluppo e collaborazione.

Sul fronte della digitalizzazione, la Svizzera si impegna per uno spazio digitale condiviso, retto dai principi del diritto internazionale. La Ginevra internazionale deve svolgere a questo proposito un ruolo importante.