VacciniVaccini, la Svizzera cederà all'estero fino a 15 milioni di dosi
bt, ats
23.2.2022 - 17:04
Un massimo di 15 milioni di dosi di vaccini saranno cedute dalla Svizzera ad altri Paesi entro la metà di quest'anno, qualora non fossero destinate a essere somministrate nella Confederazione.
Keystone-SDA, bt, ats
23.02.2022, 17:04
23.02.2022, 17:09
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Lo comunica oggi il Consiglio federale, aggiungendo inoltre di aver deciso di acquistare medicamenti per proteggere dal Covid-19 gli immunodepressi.
Per il 2022, sottolinea in una nota il governo, Berna ha a disposizione circa 34 milioni di dosi, di cui 20 milioni per il primo semestre e 14 per il secondo. Nel caso in cui dovesse rendersi necessaria un'ulteriore vaccinazione di richiamo, l'approvvigionamento della popolazione svizzera sarebbe garantito in qualsiasi momento, viene assicurato.
Tale strategia garantisce che la Svizzera disponga sempre dell'ultima variante di vaccino disponibile presso i rispettivi produttori, a condizione che sia stata omologata da Swissmedic.
Ceduti se non utili in Svizzera
Tuttavia, per attenuare il rischio di fallimento di una determinata tecnologia o di inadempimento di un fabbricante, il Consiglio federale ha comprato più dosi di quelle che servono per immunizzare tutti i cittadini.
L'esecutivo ha quindi deciso di cedere all'estero fino a 15 milioni di dosi entro la metà del 2022, sempre che il loro uso non sia necessario in Svizzera. I vaccini in eccesso verranno donati in via prioritaria attraverso il meccanismo multilaterale dell'iniziativa COVAX.
Sin dall'inizio della lotta contro la pandemia, ricorda il governo, la Svizzera si è impegnata a garantire che il maggior numero possibile di persone abbia accesso a vaccini efficaci e sicuri.
Lo scorso giugno sono state ad esempio donate quattro milioni di dosi del preparato di AstraZeneca. In dicembre poi, la Confederazione ha posticipato la fornitura di un milione di dosi di Moderna affinché l'iniziativa COVAX potesse beneficiare delle capacità produttive.
Farmaci per immunodepressi
Non tutte le persone però riescono a sviluppare una protezione contro il SARS-CoV-2. Si tratta in particolare di immunodepressi che presentano gravi patologie di base, che seguono una terapia farmacologica che influisce fortemente sul sistema immunitario o che lo inibisce oppure che si sono sottoposte a un trapianto di organo o cellule staminali.
Questi soggetti estremamente vulnerabili in futuro potranno beneficiare di una protezione preventiva grazie a nuovi medicamenti la cui omologazione è prevista nel corso del 2022.
Il Consiglio federale ha deciso di concordare garanzie di acquisto con i fabbricanti per potersi procurare rapidamente tali farmaci e metterli a disposizione degli interessati, ma specifica che saranno esclusivamente rivolti a una categoria ben precisa e non serviranno dunque da alternativa alla vaccinazione per la popolazione in generale.