Sessione Estendere le analisi del DNA di sospetti criminali per migliorare la sicurezza

cp, ats

4.5.2021 - 14:48

Analisi genetiche più approfondite potrebbero rilanciare indagini penali giunte a un punto morto, secondo i sostenitori della revisione della legge sui profili del DNA.
Analisi genetiche più approfondite potrebbero rilanciare indagini penali giunte a un punto morto, secondo i sostenitori della revisione della legge sui profili del DNA.
Keystone

Estendere l'analisi del DNA di sospetti criminali anche ad altre caratteristiche fisiche visibili come l'età, il colore degli occhi, dei capelli e della pelle nonché la discendenza biogeografica.

Lo prevede un progetto di legge adottato oggi dal Consiglio nazionale per 125 voti a 54 (campo rosso-verde). In precedenza, la camera aveva respinto una proposta di non entrata nel merito dei Verdi per 136 voti a 43 e 6 astenuti.

Il progetto

La modifica della legge sui profili del DNA vuole mettere a disposizione nuovi metodi d'indagine per crimini gravi. Alcuni di tali metodi sono già in uso, e autorizzati dai tribunali, ma ora andrebbero iscritti nella legge.

Concretamente, col suo progetto il Consiglio federale vuole fare in modo che dal DNA rinvenuto sul luogo di un crimine gli inquirenti possano risalire non più solo al sesso di una persona, come ora, ma anche ad altre caratteristiche fisiche visibili come l'età, il colore degli occhi, dei capelli e della pelle nonché la discendenza biogeografica.

Il risultato delle analisi dovrebbe poter essere utilizzato unicamente per le indagini riguardanti uno specifico caso e non verrà registrato nella banca dati sui profili genetici. Il metodo dovrà inoltre essere impiegato per far luce su reati puniti con una pena detentiva massima superiore a tre anni, come gli stupri o gli omicidi.

Rischio profilazione razziale

A nome degli ecologisti, Marionna Schlatter (ZH) ha sostenuto in aula di non essere per principio contraria alla fenotipizzazione, ma che il suo gruppo ha deciso a proporre la non entrata nel merito quando nelle discussioni in commissione non è stato possibile introdurre dei paletti più severi per quanto attiene le procedure per svolgere simili analisi, l'estensione delle analisi e la conservazione delle tracce genetiche.

Gli ecologisti hanno rinfacciato alla maggioranza di centro-destra favorevole alla revisione scarsa sensibilità per la protezione della sfera privata, aggiungendo che la fenotipizzazione, contrariamente a quanto sostenuto, non è un rimedio miracolo che consentirà di rivolvere tutti i casi. In alcuni paesi, come l'Austria, tali metodi usati per delucidare crimini gravi hanno gettato discredito su determinate categorie della popolazione (in questo caso la popolazione Rom, n.d.r.) poi risultate del tutto estranee ai fatti, poiché le tracce di DNA conservate erano risultate essere contaminate.

Il pericolo di stigmatizzare un'interna categorie di persone, sia perché di origine extraeuropea sia per il suo modo di vita, è reale. Senza miglioramenti nella legge, ha ammonito, il suo gruppo avrebbe bocciato la revisione al voto finale, ciò che è infatti accaduto.

Diverse riflessioni dei Verdi sono state riprese da Min Li Marti (PS/ZH), secondo cui la fenotipizzazione indica solo delle probabilità, ossia che la persona ricercata ha i capelli neri o gli occhi blu, oppure è originaria di un altro continente, ma non offre certezze granitiche.

Pur essendo favorevole all'entrata in materia, il PS ha tentato di smussare – senza successo – alcuni aspetti della revisione per renderla in meno invasiva possibile. Al voto finale, molti membri del PS hanno votato contro oppure si sono astenuti (12).

Macché profilazione, solo più sicurezza

Non si tratta di stigmatizzare un gruppo particolare di persone sulla base del colore della pelle o dell'origine, bensì di limitare la cerchia delle persone sospette e facilitare il lavoro degli inquirenti. Tale sistema si è dimostrato efficace in diversi paesi che lo applicano, come gli Stati Uniti e i Paesi Bassi, hanno replicato agli scettici diversi oratori favorevoli alla revisione.

Un «no» al disegno di legge rappresenta non solo un «no» al progresso della scienza forense, ma anche al desiderio delle vittime di reati gravi di giustizia e riparazione. La sicurezza degli individui deve avere un peso maggiore rispetto alla protezione delle sfera privata.

La maggioranza del plenum ha sostenuto che tali sistemi di indagine servono in primis ad escludere potenziali sospetti, a restringere insomma la cerchia dei potenziali autori di un crimine grave. Non è possibile, a loro avviso, che i presunti autori di un reato vengano maggiormente protetti rispetto alla vittime di un crimine. Lo Stato deve proteggere i propri cittadini, utilizzando i nuovi metodi a disposizione, ma tenendo anche conto dello Stato di diritto e della protezione della personalità.

L'intromissione nella sfera privata è proporzionata e deve rispettare precise condizioni, ha affermato in aula la Consigliera federale Karin Keller-Sutter. Le analisi del DNA non sono dirette verso un gruppo o una persona in particolare, poiché si limitano ad estrarre dati di carattere generale, ha spiegato la ministra di giustizia e polizia.

Legami di parentela

Nel corso dell'esame particolareggiato del progetto, il campo rosso-verde ha tentato invano di ritoccare in senso restrittivo la portata della revisione. In merito alla ricerca di legami di parentela (ricerca effettuata nel sistema d’informazione al fine di trovare persone che, in base alla somiglianza del loro profilo del DNA con quello del donatore della traccia, potrebbero essere parenti di quest’ultimo) il campo rosso-verde avrebbe voluto che i risultati delle analisi potessero essere trasmessi alle autorità penali soltanto se una perizia indipendente avesse accertato la somiglianza del profilo genetico con un grado di probabilità prossimo alla certezza.

«Niet» nemmeno del plenum alla proposta della sinistra di condizionare la ricerca di legami di parentela al benestare del giudice dei provvedimenti coercitivi su richiesta del pubblico ministero. Per la maggioranza, tale ricerca può essere lanciata dalla procura, senza passare da un magistrato, onde non rallentare la procedura. Respinta anche la proposta della minoranza PS-Verdi di specificare i reati passibili di una ricerca di parentela.

Il plenum non ha nemmeno voluto saperne di obbligare il pubblico ministero, al più tardi alla chiusura della procedura preliminare, a comunicare alle persone individuate che i loro nominativi gli sono stati segnalati a seguito della ricerca di legami di parentela, esponendo loro i motivi per cui questa è stata svolta

Fenotipizzazione

Anche per quanto attiene al cuore della revisione, ossia la fenotipizzazione, la sinistra non è riuscita ad inserire ulteriori paletti alle autorità penali. Dopo aver bocciato per 121 voti a 65, una proposta di Franziska Roth (PS/SO) che avrebbe voluto stralciare dall'analisi del DNA la determinazione dell'origine biogeografica (mantenendo però il colore degli occhi e dei capelli, come anche della pelle, nonché l'età), per timore di una profilazione razziale (facendo aleggiare il sospetto su un intero gruppo di individui secondo la Roth), il plenum non ha voluto nemmeno saperne di stabilire una lista di reati precisa né affidare la responsabilità di ordinare simili analisi a un giudice.

Nessun limite di tempo

Il plenum ha risposto picche anche a una proposta di Min Li Marti, con cui voleva limitare la durata di validità della tale strumento d'indagine a 8 anni. Per la maggioranza, tale proposta non ha senso: lo stato di diritto richiede continuità per essere efficace. «Si tratta di un tentativo inaccettabile di indebolire la legge», ha commentato a nome della commissione, Jacqueline de Quattro (PLR/VD).

Ok nuovi metodi, DNA per suicidi

Contro il parere della sua commissione preparatoria e della sinistra, il plenum è andato più lontano rispetto al disegno stabilendo che il Consiglio federale può definire (97 voti a 88) caratteristiche fisiche visibili supplementari in funzione «del progresso tecnico e se l’affidabilità pratica dei nuovi metodi volti a evincere tali caratteristiche è assicurata». In questo caso, il plenum ha accolto una proposta di minoranza di Maja Riniker (PLR/AG).

Per 126 voti a 59, la maggioranza ha anche disposto, contro il parere di una minoranza eterogenea in cui figuravano anche UDC e PLR assieme a Verdi e socialisti), che in caso di suicidio il profilo del DNA del defunto può essere allestito e confrontato con i profili della banca dati. Se il confronto non dà esito, il profilo è cancellato dopo un anno.

In questo caso, l'analisi verrebbe eseguita, se necessario, su un sospetto che si è dato la morte dopo aver commesso un grave crimine.

cp, ats