Nazionale «No» all'abolizione del tiro obbligatorio

fc, ats

15.12.2022 - 14:30

L'iniziativa chiedeva di abrogare l'articolo 63 della legge militare e quindi di abolire il tiro obbligatorio fuori del servizio
L'iniziativa chiedeva di abrogare l'articolo 63 della legge militare e quindi di abolire il tiro obbligatorio fuori del servizio
Keystone

Il tiro obbligatorio resterà obbligatorio. Il Consiglio nazionale ha bocciato giovedì un'iniziativa parlamentare di François Pointet (PVL/VD) che voleva abolire l'articolo 63 della legge militare.

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Nel suo atto parlamentare, Pointet non usa mezzi termini: «Il tiro obbligatorio a 300 metri è un anacronismo inefficiente». Per il vodese questa coercizione non si giustifica da un punto di vista militare. «L'impiego, la manipolazione e il controllo di un'arma in situazione di combattimento non hanno nulla a che vedere con l'esercitazione in un poligono di tiro a 300 metri», ha detto ricordando di aver ottenuto ben 32 menzioni al tiro.

La sua collega di partito Melanie Mettler (BE) ha ripreso le stesse argomentazioni: «Non si può invocare l'ordinanza militare secondo cui l'arma deve essere padroneggiata e il tiro di precisione sviluppato tecnicamente». «Non sono infatti i venti colpi all'anno che vengono sparati al tiro obbligatorio che possono cambiare la situazione», ha sostenuto.

«Durante le discussioni di commissione nessuno è stato in grado di rispondere alla domanda sul perché è necessario effettuare questa esercitazione fuori dal servizio», ha poi fatto notare Mettler. Insomma, «qual'è il valore aggiunto per l'esercito?», si è chiesta la bernese sostenendo che il valore aggiunto va piuttosto alle società di tiro.

«In modo che i militari mantengano un alto livello di tiro»

È vero che il tiro obbligatorio fuori del servizio contribuisce alla vita associativa delle società di tiro, ha replicato Alois Gmür (Centro/SZ). Ma tale obbligo fuori del servizio è importante «anche per fare in modo che i militari mantengano un alto livello di tiro, controllino una volta all'anno il corretto funzionamento delle loro armi di servizio e si esercitino a manipolarle in sicurezza», sostiene lo svittese.

Per Gmür le capacità di base nell'ambito del tiro sono un elemento importante «per garantire un'elevata prontezza all'impiego dell'esercito in caso di mobilitazione». Come dimostra la guerra in Ucraina, inoltre, il tiro di precisione mantiene la sua importanza in situazioni di combattimento.

Secondo il deputato dell'Alleanza del centro, «questi esercizi non possono essere svolti durante i corsi di ripetizione, che sono invece destinati all'allenamento delle unità e non all'allenamento individuale al tiro di precisione».

Il tiro obbligatorio, infine, offre l'opportunità di ricordare le regole di sicurezza per la manipolazione delle armi, contribuendo così alla prevenzione degli incidenti, ha concluso Gmür convincendo il plenum che ha bocciato l'iniziativa parlamentare Pointet con 105 voti (UDC, PLR, Centro) contro 83 (PVL, PS, Verdi) e due astensioni.