Svizzera La nuova legislatura si apre con i discorsi di Pfister e Riem

mh, ats

4.12.2023 - 15:32

Il decano del Consiglio nazionale, Gerhard Pfister, presidente dell'Alleanza del Centro
Il decano del Consiglio nazionale, Gerhard Pfister, presidente dell'Alleanza del Centro
Keystone

La prima sessione della nuova legislatura, la 52esima, si è aperta oggi a Berna con i discorsi del decano del Consiglio nazionale, il presidente dell'Alleanza del Centro, Gerhard Pfister (ZG), e della parlamentare più giovane, la democentrista bernese Katja Riem.

Keystone-SDA, mh, ats

Pfister ha invitato i parlamentari ad agire di fronte alle crescenti crisi. «Appartengo a quella generazione di svizzeri la cui vita sembrava segnata da un perpetuo senso di sicurezza e prosperità», ha affermato lo zughese, citando lo scrittore austriaco Stefan Zweig.

Ma il mondo è cambiato. Con gli attentati dell'11 settembre 2001, il fallimento di Swissair, la crisi finanziaria del 2008, la pandemia di coronavirus, la guerra in Ucraina e il crollo del Credit Suisse, le falle sono diventate più appariscenti, ha messo in guardia Pfister.

Dobbiamo riconoscerle e prenderle sul serio, ha aggiunto, ricordando come le leggi e le istituzioni siano garanti della democrazia svizzera. Il dibattito parlamentare, questo privilegio democratico, è essenziale se vogliamo agire a nome del popolo e del mondo di domani.

Riem: «Tenere i piedi per terra»

Al discorso di Pfister ha fatto seguito quello di Katja Riem, che ha espresso i suoi auspici per la legislatura parlando alla tribuna con una pianta di vite sul leggio.

Prendendo spunto da un altro celebre UDC bernese, l'ex consigliere federale Adolf Ogi, che nel 2000 ha formulato gli auguri di buon anno con un abete, la giovane viticoltrice e agronoma ha paragonato i tre rami dell'albero al lavoro che attende i parlamentari.

Simboleggiano tre valori che dovrebbero permeare questa 52esima legislatura: la volontà del popolo, l'indipendenza e l'innovazione. «Come questa vite, dobbiamo tenere i piedi per terra e non dimenticare mai perché e per chi siamo qui», ha affermato.

L'obiettivo deve essere unire città e campagna, anziani e giovani, accademici e agricoltori, cantoni grandi e piccoli nelle quattro regioni del Paese, ha spiegato. «È questa vicinanza che rende unico il nostro sistema politico».

Riem vede anche nella libertà, nell'indipendenza, nella sovranità e nell'autodeterminazione i valori alla base della prosperità della Svizzera. «Abbiamo bisogno di un po' più di coraggio, ma anche di un po' più di umiltà di fronte a chi ci ha preceduto e alla nostra storia». Per andare avanti ci vuole innovazione senza ostacoli burocratici o legislativi, ha concluso.