Svizzera-UE Raddoppio contributo di coesione? Per Romano è «un errore gravissimo»

cp, ats

23.11.2021 - 13:44

Per Marco Romano (Centro/TI), un raddoppio del contributo di coesione è un «errore gravissimo».
Per Marco Romano (Centro/TI), un raddoppio del contributo di coesione è un «errore gravissimo».
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Raddoppiare il contributo di coesione per ottenere la partecipazione a pieno titolo dei ricercatori svizzeri ai programmi di ricerca europei? Una pessima idea, un errore gravissimo, che renderebbe la Svizzera ricattabile agli occhi di Bruxelles.

Keystone-SDA, cp, ats

Questo il giudizio lapidario del presidente dell'UDC, Marco Chiesa, espresso a Keystone-ATS. Non meno critico anche il consigliere nazionale Marco Romano (Centro/TI), secondo cui la mozione adottata dalla Commissione di politica estera del nazionale (CPE-N), e anticipata ieri ai media dal suo autore, il consigliere nazionale Eric Nussbaumer (PS/BL), «è un errore gravissimo».

Per Chiesa, non è ora di mercanteggiare con Bruxelles, anche perché «sai dove cominci, ma non sai dove vai a finire» agendo in questo modo. Insomma, la mozione Nussbaumer, accolta dalla commissione, ci fa perdere credibilità come Paese, rendendoci ricattabili e abbassandoci agli occhi della controparte – con i quali vogliamo trattare da pari a pari – a meri «venditori di tappeti».

Non possiamo costruire con l'Ue una relazione basata su ricatti e minacce. Tra l'altro, ha fatto notare Chiesa, 13 paesi Ue hanno scritto una lettera alla commissione europea chiedendo la riammissione a pieno titolo – e non come ora quale Paese terzo – della Svizzera ai programmi di ricerca continentali.

«Non c'è necessità di comprarsi l'accesso a Orizzonte 2020 e Erasmus +»

Negativo anche il giudizio di Marco Romano, secondo cui una simile proposta è «un errore gravissimo», sia a livello di contenuto che di tempistica, dal momento che il Consiglio federale – al quale tra l'altro spetta dirigere la politica estera – sta sondando il terreno con l'Ue per trovare un base comune per avviare un dialogo di fondo che tenga conto soprattutto dei grandi nodi da sciogliere, come le differenze istituzionali tra i due soggetti, differenze che poi hanno portato al fallimento dell'accordo istituzionale.

Per Romano, la Svizzera in questo momento non ha «necessità» di comprarsi l'accesso a Orizzonte 2020 e Erasmus +, finché non verranno chiariti i problemi di base tra la Confederazione e l'Unione europea. Non si tratta di una questione monetaria, per il deputato ticinese.

Raddoppiando il contributo, invece, diamo un segnale di debolezza a Bruxelles, quando invece sarebbe necessario che il parlamento si coordini col governo su questi temi.