SvizzeraIl controprogetto sulla «Iniziativa biodiversità» non accontenta nessuno
mp, ats
9.7.2021 - 11:53
Il controprogetto indiretto all'Iniziativa biodiversità posto in consultazione dal Consiglio federale non accontenta nessun partito.
09.07.2021, 11:53
09.07.2021, 12:33
SDA
Per UDC, PLR e Alleanza del Centro la proposta governativa si spinge troppo lontano, mentre PS, Verdi e Verdi liberali, nonché Patrimonio Svizzero – associazione promotrice dell'iniziativa – giudicano insufficiente il progetto elaborato dal Dipartimento dell'ambiente (DATEC).
«Benché il controprogetto riprenda alcune rivendicazioni dell'iniziativa popolare 'Per il futuro della nostra natura e del nostro paesaggio (Iniziativa biodiversità)', occorrono misure più ampie ed efficaci a favore della biodiversità, del paesaggio e del patrimonio storico-architettonico», sostiene Patrimonio Svizzero a nome di tutti gli iniziativisti (Pro Natura, BirdLife Svizzera e Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio).
Per il Consiglio federale, la diversità biologica e paesaggistica deve essere sì tutelata e promossa in modo più incisivo, ma non con gli strumenti proposti dall'iniziativa che limiterebbero in modo eccessivo il margine d'azione dei Cantoni. La maggiore protezione richiesta dagli autori della proposta di modifica costituzionale nel caso delle aree protette più piccole, sarebbe inoltre troppo restrittiva per l'economia e per altri ambiti politici come la politica energetica. Gli iniziativisti – che hanno raccolto 108'112 firme valide – chiedono che vengano messi a disposizione più fondi pubblici e che vengano intrapresi passi più incisivi.
Il controprogetto dell'esecutivo mira a definire il 17% del territorio nazionale «come area protetta per la biodiversità». Attualmente tale quota è del 13,4%.
Verdi, PS e PVL vogliono più spazi protetti
I Verdi accolgono con favore l'orientamento del controprogetto governativo, la cui consultazione scade oggi. Tuttavia, a loro avviso, non bastano compensazioni ecologiche negli insediamenti e negli agglomerati per invertire la rotta della politica intrapresa sinora a livello ambientale che si è rivelata insufficiente.
I Verdi propongono che l'obiettivo concernente le zone protette per la biodiversità venga pure inserito in una legge riveduta sull'agricoltura e formulato quale obiettivo intermedio. Vogliono aumentarlo dal 17% proposto dal Consiglio federale al 20%. Il PS, che condivide le critiche degli ecologisti, esige che questa quota sia fissata quale obiettivo intermedio entro il 2030.
Dal canto loro, i Verdi liberali sono pure favorevoli all'obiettivo del 30% fissato dalla Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica, che è ufficialmente sostenuto anche dalla Svizzera e dall'UE. Nella pratica nessun altro Paese dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico presenta uno stato della biodiversità peggiore della Svizzera. I Verdi liberali non capiscono quindi perché il Consiglio federale si accontenti di un obiettivo del 17%.
Strada sbagliata per UDC, PLR e Centro
Da parte sua, il PLR riconosce che gli sforzi profusi finora da Confederazione, Cantoni e terzi non siano sufficienti e misure più incisive debbano essere prese per rallentare il declino della biodiversità.
Tuttavia, secondo i liberali-radicali, il Consiglio federale è sulla strada sbagliata. Questi ultimi citano in particolare l'esempio del recente «no» alla revisione della legge sul CO2. Il PLR è d'accordo con l'obiettivo nazionale del 17% di superficie protetta per la biodiversità. Ma, a suo avviso, occorre maggiore flessibilità e una discussione più approfondita sull'attribuzione dei crediti ai diversi ambiti.
Anche l'Alleanza del Centro emette critiche nei confronti del controprogetto. Le competenze della Confederazione sarebbero estese a scapito dei cantoni e quindi pure a scapito di una protezione pratica della natura basata sulle conoscenze locali.
Dal canto suo, l'UDC respinge «fermamente» il controprogetto. Ritiene che si vada verso «condizioni troppo severe» dell'uso delle superfici e a espropriazioni materiali e persino formali dei proprietari privati o delle persone autorizzate. L'agricoltura sarebbe inoltre una volta di più fortemente penalizzata. Infine, secondo i democentristi, la sicurezza dell'approvvigionamento in elettricità sarebbe compromessa, rendendo in particolare i progetti idroelettrici più difficili, e persino impossibili.