Le reazioni GastroSuisse sollevata, ma preoccupata, USAM contro il telelavoro

tl, ats

17.12.2021 - 17:12

Il Governo grigionese chiede l'estensione del certificato obbligatorio all'aperto per 100 o più persone. (immagine d'archivio)
Il Governo grigionese chiede l'estensione del certificato obbligatorio all'aperto per 100 o più persone. (immagine d'archivio)
KEYSTONE/MICHAEL BUHOLZER

Non si sono fatte attendere le reazioni dopo l'annuncio delle nuove misure decise dal Consiglio federale per cercare di contrastare la pandemia di Covid.

17.12.2021 - 17:12

La decisione di introdurre il regime del «2G», seppur accettata da GastroSuisse data la situazione pandemica, non può che preoccuparla: molti stabilimenti attivi nel settore alberghiero e della ristorazione sono ora più che mai minacciati di scomparire, indica l'associazione di categoria in un comunicato odierno. Chiede quindi alla Confederazione di indennizzare le perdite di fatturato derivate da questa disposizione.

GastroSuisse sarebbe stata favorevole ad alternative, ma accoglie positivamente il fatto che il Consiglio federale voglia mantenere la vita pubblica. L'associazione - nella nota - si dice in questo senso sollevata dal fatto che l'Esecutivo abbia rinunciato alle chiusure parziali e abbia optato per l'introduzione del «2G».

«Ci dispiace però che il settore alberghiero e della ristorazione venga ancora una volta punito in prima istanza e che la Confederazione e i Cantoni chiudano un occhio su altri luoghi di vita, nonostante sia dimostrato che essi registrano più contagi del settore alberghiero e della ristorazione», sottolinea il presidente di GastroSuisse Casimir Platzer.

È anche sproporzionato che con le nuove restrizioni una gran parte della popolazione giovane sia esclusa dalla vita pubblica, anche se non grava sugli ospedali.

L'annuncio del «2G» - viene sottolineato - ha già portato a massicce cancellazioni negli ultimi giorni e a un ulteriore significativo calo di presenze in ampie parti del settore. Le imprese alberghiere e della ristorazione temono di non essere in grado di pagare i loro dipendenti.

GastroSuisse chiede quindi un risarcimento per la perdita di fatturato causata dalla pandemia e dagli ordini delle autorità. L'attuale regolamento dei casi di rigore non è più adeguato alla situazione attuale e deve essere cambiato, sottolinea.

TravailSuisse accoglie con favore le nuove misure

TravailSuisse accoglie con favore l'inasprimento delle norme. A suo avviso così, oltre a proteggere la popolazione, si impedisce pure la chiusura di molte aziende.

Misure economiche per garantire i posti di lavoro e assicurare un reddito, come pure per sostenere i genitori che lavorano sono disponibili: se necessario dovranno essere adottate rapidamente e senza eccessiva burocrazia, scrive oggi il sindacato in una reazione alle decisioni governative.

Dall'inizio della pandemia, i genitori che lavorano sono stati messi a dura prova. In questo contesto, TravailSuisse accoglie con favore la decisione del Consiglio federale di prorogare l'ordinanza sui provvedimenti in caso di perdita di guadagno dovuta al Covid.

USAM: «Siano i datori a stabilire il telelavoro»

L'Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM) ritiene sproporzionato l'obbligo del lavoro da remoto deciso oggi dal Consiglio federale, e che sarà in vigore da lunedì. L'associazione che difende gli interessi delle piccole e medie imprese chiede che la misura sia attuata in modo compatibile con i datori di lavoro e senza controlli burocratici.

In un comunicato diffuso in serata, l'USAM si rallegra che l'esecutivo non abbia optato per un lockdown, ma critica «le misure intrusive incomprensibili». Per esempio - scrive - ci sono meno infezioni nel settore della ristorazione che altrove, eppure anche lì vengono imposte nuove regole più severe. Anche nel mondo del lavoro in generale si registrano meno infezioni. E quindi l'obbligo dell'home office non è proporzionato alla situazione.

Il Consiglio federale - aggiunge l'USAM - riconosce comunque la sovranità degli imprenditori. Spetta solo a loro determinare, nel quadro del concetto di protezione, quando e chi lavora fuori dal posto di lavoro. E questo principio deve essere rispettato.

L'associazione delle PMI chiede poi all'esecutivo federale una strategia vincolante di uscita dalle misure ora imposte: una strategia che deve essere basata sulla logica della protezione mirata.

Economiesuisse: le misure si usino solo se necessario

Economiesuisse ritiene che l'inasprimento delle misure per contrastare la diffusione del coronavirus deciso dal Consiglio federale sia «ampiamente giustificabile».

Tuttavia l'organizzazione si aspetta che i provvedimenti rimangano strettamente limitati nel tempo e che allo stesso tempo l'offensiva di somministrazione della terza dose e di test venga portata avanti in modo molto più coerente.

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