EpidemiaCovid-19:70 mila indipendenti chiedono aiuto
ATS
30.3.2020 - 11:09
Nel giro di cinque giorni, ben 70 mila lavoratori indipendenti si sono annunciati alle casse di compensazione cantonali per ricevere un sostegno finanziario a causa dell'epidemia di Covid-19.
Si tratta di un quinto circa di tutti gli indipendenti in Svizzera. La maggior parte giustifica questo passo con la chiusura della loro attività decisa dal Consiglio federale, precisa una nota odierna della Conferenza delle casse cantonali di compensazione.
Hanno diritto a un risarcimento quegli indipendenti obbligati alla quarantena, da provare mediante certificato medico, o che sono stati costretti a rimanere a casa per prendesi cura dei figli d'età inferiore ai 12 anni visto che è venuto a mancare il sostegno esterno.
Le persone che hanno dovuto interrompere la loro attività lavorativa per misure di quarantena, hanno diritto al massimo a 10 indennità giornaliere. I genitori, che hanno dovuto interrompere la loro attività lavorativa, perché la custodia dei figli da parte di terzi è venuta a cadere, hanno diritto ad un'indennità giornaliera unica anche se entrambi i genitori hanno dovuto interrompere l'attività lavorativa. Ogni genitore deve annunciarsi per la riscossione della prestazione. Se si tratta di indipendenti, la prestazione è limitata a 30 indennità giornaliere.
Gli indipendenti che hanno interrotto la loro attività per ordine dell'autorità e subiscono una perdita di guadagno, hanno diritto ai provvedimenti durante tutta la durata della chiusura.
Le somme verranno versate da metà o fine aprile (mensilmente e a posteriori). Il lavoro burocraticamente più impegnativo per le casse riguarda la registrazione della prima richiesta di aiuto e i controlli successivi per stabilire se la persona in questione ha diritto o meno a una risarcimento. Per la casse di compensazione è possibile anche che vi siano soggetti che, seppur annunciatisi, non abbiano diritto a un sostegno finanziario.
Il Consiglio federale ha deciso di indennizzare gli indipendenti il 20 marzo, in particolare quelle persone senza una propria azienda o altri soggetti che lavorano saltuariamente contribuendo al bilancio famigliare. Tre giorni dopo erano già disponibili i formulari online, si legge nel comunicato. Le persone interessate non si sono fatte pregare, tanto che il server ad hoc si è bloccato a causa della valanga di richieste. Al momento, per evitare un simile problema, sono stati aperti altri canali per annunciarsi.
La Confederazione ha stimato in 160 mila le persone potenzialmente interessate da un risarcimento. Le casse di compensazione calcolano indennizzi pari a 1,5 miliardi di franchi qualora le limitazioni alle attività economiche dovessero durare tre mesi. Intanto si sta già discutendo di un eventuale estensione degli aiuti. La Fondazione svizzera per la protezione dei consumatori chiede l'istituzione di un fondo destinato ai casi di rigore. Una richiesta formulata anche dai sindacati.
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