Epidemia COVID-19, Koch: «Cifre in calo, ma dobbiamo restare vigili»

ATS

24.4.2020 - 17:39

Daniel Koch, delegato dell'Ufficio federale della sanità pubblica per il Covid-19.
Daniel Koch, delegato dell'Ufficio federale della sanità pubblica per il Covid-19.
Source: KEYSTONE/ANTHONY ANEX

Le cifre dei contagi da coronavirus confermati tendono al ribasso, così come anche le persone in terapia intensiva, ma bisogna rimanere vigili affinché si possa pensare a un'estate più o meno normale.

Lo ha dichiarato oggi Daniel Koch, delegato dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) per la malattia Covid-19, secondo cui non è ancora tempo per grigliate all'aperto con gli amici.

Facendo riferimento a lunedì, quando entreranno in vigore i primi allentamenti al semiconfinamento attuale, Koch ha ricordato che le misure igieniche, come la cosiddetta distanza sociale di due metri e il lavarsi le mani con frequenza, rimangono in vigore e vanno rispettate.

Koch si è detto fiducioso sul senso di responsabilità della popolazione, finora dimostrato. Se tutti faranno la loro parte potremo forse trascorrere un'estate più o meno normale, ha dichiarato.

App per il tracciamento in fase di perfezionamento

In merito alla ripresa delle scuole, prevista per metà maggio, Koch ha sostenuto che i bambini trasmettono raramente il virus, quando si ammalano, fatto peraltro poco comune. Gli insegnanti possono più facilmente infettarsi a contatto con altri colleghi.

In merito all'app per il tracciamento in fase di perfezionamento, Koch non ha potuto indicare una data precisa per la sua introduzione: sarà possibile sono quando i Cantoni potranno isolare i singoli casi e ordinare le necessarie quarantene per le persone entrate in contatto col malato, ha spiegato il delegato dell'UFSP.

Koch ha tuttavia sottolineato che l'app non è una panacea: rappresenta sì un mezzo utile, ma non decisivo per il tracciamento.

Disoccupazione in forte crescita

Sul fronte delle conseguenze dell'epidemia a livello economico, e quindi del lavoro, Boris Zürcher, capo della Direzione del lavoro presso la Segreteria di Stato dell'economia (SECO), si è detto sorpreso dal forte incremento della disoccupazione e del lavoro ridotto in un lasso di tempo così breve.

Dal 15 di marzo ad oggi il numero di senza lavoro è salito da 118 mila a 155 mila, «probabilmente un fenomeno che nessuno prima di me nella mia posizione ha vissuto», ha precisato Zürcher. Termometro negativo della situazione economica, che ha obbligato la SECO a rivedere al sensibile ribasso le previsioni congiunturali per i mesi a venire, è il forte incremento del lavoro ridotto: oggi sono 180 mila le aziende che ne beneficiano, per 1,855 milioni di lavoratori, pari al 36% degli attivi.

Nonostante ciò, secondo Zürcher non è ancora giunto il momento per iniettare nuovi mezzi finanziari nel Fondo per l'assicurazione disoccupazione, dopo che il Consiglio federale ha versato 6 miliardi a fine marzo (1,755 miliardi al 31.12.2019). Finora, ha aggiunto, per le indennità per lavoro ridotto sono stati versati 525 milioni.

90 milioni di mascherine in arrivo

Il brigadiere Markus Näf, coordinare degli acquisti per il Dipartimento federale della difesa, ha illustrato l'attività svolta finora dalla farmacia dell'esercito, cui è stato conferito il compito di acquistare sui mercati gli articoli e i prodotti necessari – come mascherine protettive, disinfettanti, respiratori, medicinali, kit per test di laboratorio – per far fronte all'epidemia.

Näf ha sostenuto che il mercato, specie quello delle mascherine, si è calmato, ciò che ha reso possibile l'acquisto a prezzi ragionevoli. Anche per risparmiare sui costi, viene acquistato materiale solo in grande quantità: da 10 a 20 milioni di mascherine alla volta. A suo dire, il vero problema al momento è il trasporto della merce, mentre non vi sarebbe carenza a livello di mascherine igieniche.

Nei prossimi 15 giorni sono attesi 90 milioni di pezzi: dei 75 milioni di mascherine in stock, 22 sono state consegnate agli ospedali. La farmacia dell'esercito si è anche procurata dei macchinari per la produzione sul territorio svizzero, ha rammentato Näf.

Meno soldati in servizio

Per quanto attiene al servizio di supporto ai Cantoni da parte dell'esercito, il brigadiere Raynald Droz ha dichiarato che entro la fine di questa settimana verranno licenziati mille soldati, i quali dovranno però rimanere a disposizione in caso di necessità.

Duemila militi sono tutt'ora impegnati a sostegno delle strutture sanitarie e altri 800 sono impiegati alla frontiere oppure per la protezione delle ambasciate. Sul fronte delle infezioni da coronavirus nell'esercito, 117 soldati si trovano in quarantena, 26 in isolamento e 42 sono risultati positivi al coronavirus.

In merito a chi ha criticato una mobilitazione eccessiva di forze, Droz ha ribadito che tale decisione è stata frutto anche della grande incertezza che regnava all'inizio della pandemia e del timore che si ripetessero situazioni come quelle vissute in altri paesi o regioni, come la Lombardia. Insomma, meglio troppo che troppo poco, ha lasciato intendere Droz.

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