Pandemia Il Covid-19 ora colpisce soprattutto persone in età lavorativa

fc, ats

20.4.2021 - 17:09

Il covid-19 colpisce ora soprattutto le persone in età lavorativa. I contagi e le ospedalizzazioni tra le persone anziane sono in netto calo. Lo indica Patrick Mathys, responsabile del settore crisi dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) nel consueto incontro coi media.

Patrick Mathys
Patrick Mathys
KEYSTONE/PETER KLAUNZER

fc, ats

Contrariamente alla prima e alla seconda ondata, dove gli ultraottantenni erano le persone maggiormente colpite dal coronavirus, oggi i positivi sono in prevalenza i 20-39enni, seguiti dai 40-59enni. La categoria «più di 80 anni» è la meno rappresentata.

Questa tendenza, osservata dalla fine dello scorso anno, si conferma anche per quel che concerne le ospedalizzazioni: il numero di 40-59enni ricoverati è ormai superiore a quello degli ultraottantenni.

Perché questa diversa evoluzione?

Oltre all'arrivo del vaccino, due sono i fattori che spiegano questa evoluzione: in primis l'arrivo della variante britannica, più contagiosa, che riguarda ormai la quasi totalità delle infezioni.

In secondo luogo i giovani attendono sovente troppo tempo prima di consultare un medico, con il risultato che poi devono essere ricoverati direttamente nel reparto cure intense, ha detto Mathys. Per questo motivo il responsabile del settore crisi dell'UFSP ha invitato i malati a contattare rapidamente un dottore se le loro condizioni peggiorano.

Più in generale, per Mathis la situazione sul fronte dei contagi si è stabilizzata a un livello alto e resta dunque fragile. La buona notizie è che non si è osservato alcun aumento significativo di casi durante le festività pasquali.

Vaccini, Moderna ritarda la consegna di 200'000 dosi

Sul fronte dei vaccini, la vicedirettrice dell'UFSP Nora Kronig ha detto che la settimana scorsa è stata superata la soglia delle due milioni di dosi iniettate. In merito al ritmo delle consegne dei vaccini, Kronig ha spiegato che circa 200'000 dosi del preparato di Moderna che avrebbero dovuto essere inizialmente consegnate in maggio saranno disponibili solo in giugno.

Kronig ha spiegato che la spedizione ridotta di Moderna di sabato sarà recuperata giovedì. «Stiamo ricevendo nuove dosi ogni settimana, con qualche incertezza e variazione». Ma la vaccinazione continua. Il limite di tre milioni di dosi consegnate sarà raggiunto questa settimana.

Obiettivi della vaccinazione mantenuti

Kronig ha assicurato che la Svizzera riceverà 5 milioni di dosi durante il secondo trimestre. Con più vaccini disponibili, l'UFSP ritiene che le riserve per le seconde dosi possano essere minime.

L'obiettivo di vaccinare tutti coloro che lo desiderano entro la prima metà dell'anno, dando il via alla vaccinazione di massa a maggio, viene mantenuto, ha specificato Kronig, che ha spiegato come proprio da quel mese si avrà un aumento importante nelle forniture. Tuttavia, l'esperta sottolinea che il progresso nelle vaccinazioni dipende da molti fattori.

Ritardi limitati

Rudolf Hauri, presidente dell'Associazione dei medici cantonali, ha anche messo in prospettiva i ritardi nella vaccinazione. Sono limitati. Nonostante le fluttuazioni nelle consegne, i preparati sono ancora relativamente disponibili, ha detto.

Le piccole quantità fornite dai produttori stanno certamente rallentando la campagna. I cantoni a volte non sono in grado di somministrare la seconda dose come previsto, ma la vaccinazione sta già avendo un effetto sul corso dell'epidemia, come detto poco prima anche da Mathys.

Effetto delle riaperture?

Resta da stabilire quale effetto avranno le aperture decise da lunedì sull'evoluzione dell'epidemia in Svizzera. Per Hauri, il successo di questa decisione dipenderà in gran parte dal comportamento di ogni individuo.

Il numero di infezioni e ricoveri potrebbe aumentare, anche se il ritmo di vaccinazione accelera, ha sottolineato Martin Ackermann, capo della task force scientifica. Si tratta di uno scenario molto plausibile a causa della variante britannica più contagiosa, che potrebbe anche essere più pericolosa.

La velocità di vaccinazione sarà molto importante per evitare di ricorrere nuovamente alle chiusure. L'obiettivo iniziale era di somministrare 100'000 dosi al giorno.

«Tutto nelle nostre mani»

Inoltre, il rispetto delle regole di base continua ad essere centrale, ricorda Ackermann. Durante le attività al chiuso, la gente deve sempre indossare una mascherina e areare regolarmente, ha ricordato.

«Sta a noi decidere come affrontare queste riaperture», ha continuato Ackermann. La Svizzera con le riaperture sta correndo un rischio, sottolinea, il quale deve essere gestito bene.

Vaccini efficaci almeno sei mesi

Christoph Berger, presidente della Commissione federale per le vaccinazioni (CFV), ha da parte sua dichiarato che i vaccini sono efficaci per almeno sei mesi dal momento dell'inoculazione. Le persone già immunizzate possono essere esentate dalla quarantena durante questi sei mesi, due settimane dopo aver ricevuto la seconda dose, ha precisato.

Berger ha anche detto che la strategia vaccinale della Confederazione è stata adattata: coloro che si sono già ammalati di covid-19 possono essere vaccinati sei mesi dopo aver contratto la malattia. Riceveranno tuttavia solo una singola dose, ad eccezione delle persone con un sistema immunitario indebolito che ne otterranno due.

Anche le donne incinte possono essere vaccinate. L'immunizzazione deve essere concordata con il ginecologo. In futuro anche i bambini potrebbero essere vaccinati. Studi sono in corso per i ragazzi di età compresa tra 12 e 18 anni, ma non ci sono ancora dati disponibili, ha precisato Berger.

AstraZeneca, dati ancora non pervenuti

Riguardo al vaccino di AstraZeneca, Claus Bolte, capo del settore omologazione di Swissmedic, ha spiegato che la prima richiesta di autorizzazione è stata depositata già in ottobre, ma che le informazioni erano insufficienti.

L'Istituto svizzero per gli agenti terapeutici – l'autorità di omologazione di medicamenti e vaccini – ha chiesto i risultati di studi clinici, finora senza successo, ha aggiunto.

«La sicurezza prima di tutto»

«Non abbiamo ancora ricevuto un importante studio dal Nord America e dal Sudamerica», ha affermato, specificando come esso sia fondamentale per l'autorizzazione. «Non appena arriverà, lo esamineremo il più rapidamente possibile», ha continuato Bolte.

È anche possibile, ha specificato Bolte che il vaccino sia approvato solo per alcuni gruppi di popolazione e non per la sua totalità: «Il nostro mantra è 'la sicurezza prima di tutto'» ha concluso.