Epidemia Covid-19, Berset: «Degradazione sensibile della situazione»

ATS

22.10.2020 - 15:45

Lukas Engelberger e il consigliere federale Alain Berset sullo sfondo.
Lukas Engelberger e il consigliere federale Alain Berset sullo sfondo.
Source: KEYSTONE/PETER SCHNEIDER

La situazione è molto seria, ma dobbiamo fare di tutto per impedire un lockdown come in primavera, anche a costo di restringere alcune attività legate al tempo libero.

Lo ha dichiarato oggi a Berna davanti ai media il presidente della Conferenza dei direttori cantonali della sanità pubblica, Lukas Engelberger, a conclusione di un incontro fra i suoi omologhi e il consigliere federale Alain Berset.

«La situazione epidemiologica in Svizzera è grave. Il degrado è particolarmente evidente», ha sottolineato dal canto suo il ministro della Salute. «Tutta la situazione sta andando al peggio».

In particolare, i Cantoni dovrebbero adottare provvedimenti ancora più incisivi, come l'estensione dell'obbligo della mascherina sui posti di lavoro, ulteriori restrizioni a livello di manifestazioni e a livello di tempo libero (club, discoteche, accessibilità limitata a ristoranti e bar).

È importante, hanno ribadito all'unisono sia Engelberger che Berset, fare di tutto per abbassare la curva dei contagi, letteralmente esplosa nelle ultime due settimane, ciò che ha già spinto alcuni cantoni, come il Vallese, a licenziare provvedimenti «drastici» (Berset dixit), garantendo nel contempo cure di qualità e capacità sufficienti, specie negli ospedali.

Per Berset si deve agire in fretta

Per quanto attiene al ruolo della Confederazione, Engelberger si attende dal Consiglio federale un sostegno circa le misure protettive, come d'altronde già fatto domenica scorsa in merito all'uso della mascherina nei luoghi pubblici e alle restrizioni a livello di manifestazioni, sia private che pubbliche. Per Engelberger, determinati provvedimenti, come l'obbligo della mascherina in determinati ambienti, andrebbe esteso a livello nazionale.

Dal canto suo, il ministro della sanità, come anticipato ieri al termine della seduta settimanale del Consiglio federale, ha sottolineato di aver avviato una consultazione con i cantoni sulle prossime misure da adottare, anche a seconda dell'evoluzione della pandemia, che verranno comunicate mercoledì prossimo dall'esecutivo. Stando a Berset, inoltre, l'amministrazione sta valutando i risultati dei test rapidi, giudicati positivi; quest'ultimi verranno introdotti al più presto.

Di sicuro, ha sottolineato Berset, il virus non si ferma ai confini cantonali. Adesso è il momento di agire con celerità per evitare quanto accaduto in marzo, ossia la paralisi di buona parte della attività economiche. Per Engelberger, bisogna preservare un minimo di vita sociale – specie il sistema educativo – ed economica. Nessun cantone vuole un nuovo lockdown.

Il federalismo funziona bene

Quanto al ruolo del federalismo, Berset ha spiegato che al momento la cooperazione tra Berna e i cantoni sta funzionando bene, anche se la situazione è complicata.

Nessun ricorso quindi al diritto d'urgenza, come in primavera. Il fatto che il Vallese, il Cantone al momento più toccato dalla seconda ondata, abbia adottato provvedimenti ancor più restrittivi è nell'ordine delle cose. Altri Cantoni, secondo Engelberger, probabilmente seguiranno questo esempio.

Il contact tracing resta importante

Engelberger ha anche ribadito l'importanza del contact tracing, anche se la situazione rende sempre più difficile questo compito, di cui si occupano i Cantoni. Esso non verrà abbandonato, ha spiegato, anche se il sistema non è stato concepito per un numero così elevato di infezioni.

Rispondendo a una domanda dei giornalisti secondo cui si sarebbe potuto anticipare quanto sta accadendo, Engelberger ha dichiarato che sarebbe stato difficile far accettare in luglio o agosto l'obbligo della mascherina quando la curva dei contagi era pressoché piatta, specie in quei Cantoni, come Uri, poco toccati dalla prima ondata pandemica. Insomma, un simile obbligo non sarebbe stato compreso, né accettato.

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