COVID-19La direttrice dell'UFSP chiede pazienza: «Entro l'estate tutti vaccinati»
mh, ats
9.1.2021 - 13:55
La direttrice dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), Anne Lévy, invita alla pazienza per quanto riguarda la campagna di vaccinazione, la più grande di sempre.
La Confederazione e i Cantoni si trovano ad affrontare sfide logistiche, ha spiegato alla radio svizzerotedesca SRF, precisando che l'autorizzazione del vaccino di Moderna è imminente.
Somministrare i vaccini in sé non è così complicato, non è necessaria una formazione speciale e ci sono abbastanza persone per farlo, ha rilevato, aggiungendo di aspettarsi che le vaccinazioni vengano effettuate nei Cantoni dalla mattina presto alla sera tardi e nei fine settimana.
Entro l'estate tutti vaccinati, gruppi a rischio entro fine marzo
Entro l'estate, tutti coloro che in Svizzera sono disposti a farlo dovrebbero essere vaccinati, ha precisato Lévy, secondo cui tutti i gruppi a rischio dovrebbero esserlo da qui alla fine di marzo.
La Confederazione mette a disposizione dei Cantoni due sistemi informatici: uno strumento di registrazione elettronica e il libretto elettronico delle vaccinazioni. Inoltre c'è una stretta collaborazione tra Berna e i Cantoni, ha fatto notare.
Lévy ha detto di comprendere l'impazienza della popolazione, ma ora occorre pazienza. Tutto il mondo vuole il vaccino di Pfizer/Biontech. La Svizzera è stato il primo Paese ad approvarlo ufficialmente ed è stato anche il primo Stato dell'Europa continentale a iniziare a vaccinare.
Una seconda fornitura di 230'000 dosi di vaccino è arrivata, ha proseguito Lévy, annunciando che l'approvazione del vaccino di Moderna da parte delle autorità sanitarie elvetiche è prevista nei prossimi giorni.
Discussione sul tasso di riproduzione del virus
Per quanto riguarda la discussione sul tasso di riproduzione del virus (il valore «Re» indica a quante persone in media un soggetto infetto lo trasmette), Lévy ha spiegato che la sua determinazione è estremamente complessa.
Non c'è un quadro aggiornato, ha detto, perché la popolazione non viene sottoposta a un sufficiente numero di test e ci sono ritardi nei dati relativi ai ricoveri ospedalieri. «Non è l'unico dato su cui ci basiamo», ha fatto notare, evocando fattori come l'incidenza, i tassi di occupazione degli ospedali e i decessi.
Secondo Lévy, il numero di nuovi casi continua a stagnare a un livello troppo alto. L'obiettivo è ancora quello di raggiungere un dimezzamento ogni due settimane. In conclusione, la direttrice dell'UFSP si è detta fiduciosa che la vaccinazione permetterà di porre sotto controllo il virus.