GiustiziaCredit Suisse messa in stato d'accusa da MPC
nw, ats
17.12.2020 - 15:13
Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ha messo in stato d'accusa Credit Suisse in un caso di traffico di stupefacenti e riciclaggio di denaro commessi da un'organizzazione criminale bulgara.
La grande banca è accusata di non aver preso tutte le precauzioni necessarie.
Il MPC ha depositato l'atto d'accusa al Tribunale penale federale (TPF) al termine di una vasta inchiesta sugli affari in Svizzera di una vasta organizzazione criminale con sede in Bulgaria, si legge in un comunicato odierno. La quantità di denaro riciclata era grande, poiché proveniente proprio dalla vendita di stupefacenti.
Credit Suisse è accusata di non aver preso tutte le misure ritenute ragionevoli e necessarie per impedire il riciclaggio dei valori patrimoniali sotto il controllo di questa organizzazione criminale. Rinviati al TPF anche un ex gestore patrimoniale dell'istituto e due membri del gruppo malavitoso.
Credit Suisse respinge le accuse
In una presa di posizione Credit Suisse, prendendo atto della decisione del MPC, ha respinto le accuse. Il grande istituto ha annunciato che difenderà le sue ragioni.
La banca sottolinea come in tutti gli anni di indagine diversi capi d'accusa siano caduti e altri passati in prescrizione. Anche accuse nei confronti di un dipendente sono cadute, mentre un collaboratore si dovrà presentare davanti al tribunale. Il tutto, senza motivi e contenuti, scrive Credit Suisse.
In un procedimento di questo genere, oltre a una sottrazione di utili il MPC può chiedere fino a 5 milioni di franchi di multa.