La Svizzera deve investire 100 milioni di franchi per una serie di progetti destinati a rafforzare i controlli alle frontiere esterne dello Spazio Schengen. Il Consiglio federale ha trasmesso oggi una richiesta in tal senso al Parlamento.
L'Unione europea intende stanziare diversi miliardi di euro nei prossimi anni per adeguare la collaborazione Schengen/Dublino alle nuove sfide. In particolare, Bruxelles vuole migliorare i controlli alle frontiere esterne e la collaborazione tra le diverse autorità nazionali preposte alla sicurezza e alla migrazione. Stando a una nota governativa odierna, anche la Confederazione ne trarrà beneficio sul piano di polizia, asilo e migrazioni.
I lavori di attuazione giuridica e organizzativa sono già in corso. Da una parte si intende modificare i sistemi esistenti, ovvero il SIS (Sistema d'informazione Schengen), il VIS (Sistema d'informazione sui visti), l'Eurodac (Banca dati europea delle impronte digitali) e l'APIS (Sistema di informazioni anticipate sui passeggeri).
D'altro canto verranno sviluppati nuovi sistemi, quali l'ETIAS (Sistema europeo di informazione e autorizzazione ai viaggi) e l'EES (Sistema elettronico di ingresso e uscita), precisa il comunicato.
Visione d'insieme
Un altro obiettivo è di garantire l'interoperabilità dei programmi, ovvero collegandoli tra di loro in modo da facilitare la consultazione dei dati esistenti con maggiore efficienza e precisione. Le autorità di sicurezza dovrebbero potersi fare rapidamente un'idea precisa della situazione, disponendo di tutte le informazioni rilevanti.
Secondo i calcoli del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP), i costi complessivi per l'attuazione di questi sviluppi del cosiddetto acquis di Schengen nel periodo 2020-2025 saranno pari a 121,7 milioni di franchi. Il DFGP fornirà prestazioni proprie sotto forma di risorse umane e contribuirà con mezzi propri ai costi (23 milioni). Nel suo messaggio, il Consiglio federale chiede pertanto al Parlamento un credito di impegno di 98,7 milioni di franchi, che sarà liberato in due tranche.
La gestione e la direzione di questi programmi sarà assunta dalla Segreteria generale del DFGP. La Svizzera potrà prendere parte anche alle decisioni. Beneficerà inoltre di diritti di partecipazione più estesi rispetto a quanto previsto nell'Accordo di associazione a Schengen. Il Consiglio degli Stati ha già accettato il progetto governativo, affinché Berna possa partecipare interamente all'Agenzia europea per gestione operativa delle banche dati Schengen/Dublino (eu-LISA).
Milioni di risparmi
Come detto, i lavori di natura legislativa e organizzativa sono già iniziati. Anche l'Amministrazione federale delle dogane, il Dipartimento federale degli affari esteri e i Cantoni vi partecipano. Il Consiglio federale dovrebbe trasmettere nei prossimi mesi al Parlamento tali adattamenti legislativi.
La Confederazione trae importanti vantaggi dall'acquis di Schengen e Dublino. Stando a un rapporto del 2018, la cooperazione consente di risparmiare circa 270 milioni di franchi annui, in particolare nel settore dell'asilo.
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