SessioneChiesa cattolica e abusi, «no» degli Stati a un rapporto ufficiale. Ecco perché
cp, ats
20.12.2023 - 13:42
«No» a un rapporto ufficiale da parte della Confederazione sugli abusi nella Chiesa cattolica, sull'esempio di quanto fatto per i collocamenti coatti o le adozioni nello Sri Lanka.
20.12.2023, 13:42
20.12.2023, 15:08
SDA
È l'opinione del Consiglio degli Stati che ha respinto una mozione in tal senso del «senatore» Carlo Sommaruga (PS/GE).
Nel suo intervento, Sommaruga non le ha mandate a dire: già nel 2010, a una sua interpellanza (quando era membro del Nazionale, n.d.r.) inoltrata sulla scorta di rivelazioni e rapporti sugli abusi sessuali su minori commessi da membri del clero americano, canadese, irlandese, olandese e tedesco, aveva chiesto se il Consiglio federale avesse contattato la Chiesa cattolica per sviluppare insieme una strategia di prevenzione e quale politica avesse definito nei confronti degli organi costituiti in cui la protezione dell'istituzione prevale sulla denuncia degli abusi.
Ebbene, ha sottolineato il «senatore» ginevrino, in maniera «scioccante» il Governo aveva risposto di non aver adottato alcuna iniziativa e che inoltre spettava ai Cantoni disciplinare i rapporti tra Chiesa e Stato.
S'è mancato di proattività
Con un atteggiamento proattivo, secondo Sommaruga, orientato alla prevenzione e alla ricerca della verità, sarebbe stato possibile proteggere numerose recenti vittime ed evitare la distruzione dei documenti.
Si è infatti dovuto attendere fino al 2023 affinché fosse pubblicato un primo rapporto complessivo redatto dall'Università di Zurigo sugli abusi in seno alle istituzioni della Chiesa cattolica.
Un documento che enumera oltre mille casi, in cui vengono messi in rilievo i sistemi di protezione degli autori degli abusi e l'assenza di comunicazione sistematica dei reati alle autorità penali civili.
Per questo, a suo avviso, è indispensabile che la Confederazione, alla stregua di quanto fatto dal Governo irlandese oltre dieci anni fa, presenti un rapporto esaustivo, indipendente dalla Chiesa cattolica.
Il documento permetterebbe non soltanto di riunire tutti i fatti, ma anche di rilevare le inadempienze delle autorità cantonali e federali dinanzi alle più recenti vittime, quando il fenomeno degli abusi su minori in seno alla Chiesa cattolica era stato denunciato pubblicamente da molti anni anche in Svizzera e il Consiglio federale era stato interpellato in merito alla necessità di un intervento.
No di Baume-Schneider, ecco perché
Pur essendo toccato da quanto accaduto all'interno della Chiesa cattolica, il Governo ha risposto di aspettarsi che tutte le autorità cantonali, inclusi i ministeri pubblici, svolgano i loro compiti.
Tuttavia, ha ricordato in aula la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider, in virtù della ripartizione delle competenze sancita dalla Costituzione federale, il disciplinamento dei rapporti tra Chiesa e Stato compete ai Cantoni.
In questo ambito, la Confederazione non è né competente né responsabile; questo vale sia per i casi illustrati nello studio sia per la loro analisi.
Ad ogni modo, l'esecutivo è disponibile a redigere un rapporto sul rapporto tra Chiesa e Stato illustrando la situazione in alcuni Cantoni esemplari.