Svizzera Legge sul CO2, al via il dibattito su come dimezzare le emissioni di gas serra

bt, ats

25.9.2023 - 20:26

L'aula della Camera dei Cantoni durante il dibattito odierno.
L'aula della Camera dei Cantoni durante il dibattito odierno.
Keystone

Entro sette anni le emissioni di gas serra dovranno essere dimezzate rispetto al valore registrato nel 1990. È quanto prevede la revisione della legge sul CO2, che il Consiglio degli Stati ha cominciato ad affrontare oggi. Il dibattito proseguirà giovedì pomeriggio.

bt, ats

Elaborato dopo il no incassato in votazione popolare nel giugno 2021, il progetto governativo si riallaccia alla vigente legge sul CO2, prorogata dal Parlamento fino al 2024, e prevede misure per il periodo dal 2025 al 2030. La riforma è «una tappa importante nel perseguimento dell'obiettivo di un saldo netto pari a zero entro il 2050», ha ricordato il relatore commissionale Damian Müller (PLR/LU).

Il progetto consente alla Confederazione di investire negli anni in questione complessivamente circa 4,1 miliardi di franchi nella protezione del clima. L'aliquota di 120 franchi per tonnellata di CO2 rimane invariata. Non ci saranno però nuovi balzelli: l'idea è di concentrarsi su incentivi, promozioni e investimenti mirati, ha proseguito Müller.

L'accento viene messo su misure che permettano alla popolazione di ridurre le emissioni nel proprio quotidiano e che sostengano gli sforzi in vari settori, in particolare nella mobilità e nell'edilizia. Al contempo, si rafforza l'approvvigionamento energetico del Paese, diminuendo la dipendenza da petrolio e gas.

Due terzi in Svizzera

Se sul principio della riforma non ci sono opposizioni, la sfilza di provvedimenti contenuti nel testo ha suscitato un lungo dibattito (interrotto per raggiunti limiti di tempo), con la sinistra – preoccupata da quella che Lisa Mazzone (Verdi/GE) ha definito «mancanza di ambizione» – logicamente interessata ad alzare l'asticella.

Uno dei punti principali trattati oggi riguardava come distribuire la riduzione delle emissioni. Alla fine l'ha spuntata di misura – 22 a 20 – la versione dell'esecutivo (due terzi in Svizzera e un terzo all'estero), mentre una minoranza spingeva per una quota interna più alta, pari al 75%. Niente da fare nemmeno per una proposta con cui si voleva impedire alla Confederazione di colmare eventuali lacune nel raggiungimento degli obiettivi tramite l'acquisto di certificati internazionali.

Nuove auto

Circa i valori obiettivo di CO2 applicabili alle nuove automobili, nel 2030 le emissioni delle vetture, in riferimento al valore di base determinante per il 2021, non dovranno eccedere il 45%. Bocciato un inasprimento suggerito dalla commissione preparatoria, che voleva fissare tale quota al 25% allo scopo di accelerare il passaggio a veicoli più efficienti e che non consumino carburanti fossili.

Il 45% è una percentuale analoga al regolamento dell'Ue, ha sottolineato, intervenendo nella discussione, il consigliere federale Albert Rösti. «Non abbiamo una nostra industria automobilistica», gli ha dato man forte Martin Schmid (PLR/GR), motivando così la sua preferenza alla linea europea.

Il campo rossoverde chiedeva da parte sua un'aggiunta, ossia un obiettivo pari allo 0% a partire dal 2035. «Proprio perché non abbiamo un'industria in questo settore dovremmo smettere di essere dei pessimi allievi e imitare i Paesi più virtuosi in materia», ha argomentato Mazzone, citando fra gli altri la Norvegia e l'Austria. Il plenum ha tuttavia detto chiaramente no.

Inoltre, non verrà più considerato il peso dei mezzi nuovi negli obiettivi relativi ai parchi veicoli. In questo modo si vuole abolire il falso incentivo che porterebbe a importare auto particolarmente pesanti.

Carburanti

Passando all'obbligo di compensazione per gli importatori di carburante, che scade alla fine del 2024, esso sarà mantenuto e verrà aumentata al 90% la quota massima di emissioni di CO2 da bilanciare. Gli importatori potranno ripercuotere tali costi sui consumatori sotto forma di sovrapprezzo, ma senza superare i 5 centesimi per litro di benzina o diesel.

Nel trasporto aereo, i fornitori dovranno miscelare al cherosene venduto in Svizzera per il rifornimento una determinata quota di carburanti rinnovabili. Come misura di accompagnamento, fino al 2029 verranno promossi progetti pilota per lo sviluppo e la produzione di questo genere di combustibili per l'aviazione.

Edilizia

Infine, Consiglio federale e commissione preparatoria avrebbero voluto destinare entro il 2030 una quota maggiore dei proventi dell'invariata tassa sul CO2 al fine di garantire un solido finanziamento del Programma Edifici. Una minoranza guidata da Hansjörg Knecht (UDC/AG) si è però imposta: solo un terzo dei prelievi, come finora, verranno utilizzati a tal scopo.