Svizzera«Non è il momento di introdurre l’imposta sul tonnellaggio applicabile alle navi»
cp, ats
14.3.2024 - 15:52
A causa della situazione instabile in cui versano le finanze federali non è il momento di introdurre l’imposta sul tonnellaggio applicabile alle navi, le cui ripercussioni sul gettito fiscale sono ignote.
Keystone-SDA, cp, ats
14.03.2024, 15:52
14.03.2024, 16:06
SDA
È il parere del Consiglio degli Stati che, per 29 voti a 15, non è entrato in materia su un progetto del Consiglio federale elaborato su richiesta del parlamento.
È da anni che si discute del progetto di tassare le navi d'alto mare in base alla capacità di carico e non tenendo conto dell'utile o di eventuali perdite. A tale riguardo, il Consiglio nazionale aveva già approvato il progetto – contrari PS, Verdi e Verdi liberali – nel dicembre 2022. A causa del voto odierno dei «senatori», la Camera del popolo dovrà riesaminare questo oggetto.
Il «no» dei «senatori» non sorprende più di tanto, dal momento che la commissione preparatoria raccomandava la non entrata in materia. Quest'ultima giudica tutt'ora arduo valutare vantaggi e inconvenienti di un simile modello di imposizione, fermo restando che nell’attuale situazione il rischio di una diminuzione delle entrate è da ritenersi inopportuno.
Una considerazione fatta propria anche da Thierry Burkart (PLR/AG), secondo cui la Confederazione si trova di fronte a grandi sfide nell'immediato futuro, soprattutto a livello finanziario (vedi la recente votazione sulla 13esima AVS, n.d.r.). Insomma, in questo frangente non è opportuno lanciarsi in nuove avventure.
Inoltre, stando alla commissione, e a diversi oratori, la costituzionalità del progetto è tutt'ora controversa. Invece di uno sgravio per un unico settore, l’introduzione dell’imposta sul tonnellaggio andrebbe invece valutata nel contesto di una strategia fiscale di più ampio respiro. Per Pirmin Bischof (Centro/SO), l'imposta sul tonnellaggio ha un sapore medievale: invece di imporre un'impresa sugli utili, si tassa la capacità di carico. «Immaginate di tassare grandi società di distribuzione, come la Coop, sulla base della superficie dei rispettivi negozi», ha argomentato polemicamente Bischof.
Per Carlo Sommaruga (PS/GE) non è tempo di fare regali alle grandi società di armatori che generano miliardi di utili, soprattutto se le conseguenze fiscali per la Confederazione, i Cantoni e i Comuni non sono note. Una considerazione, quest'ultima, ripresa da altri oratori, come lo stesso Bischof.
A nome di una minoranza, sostenuta anche da Fabio Regazzi (Centro/TI), Hans Germann (UDC/SH), Werner Salzmann (UDC/BE) e Erich Ettlin (Centro/NW) hanno sostenuto il progetto nel timore che le società con sede in Svizzera attive nel settore marittimo possano decidere di lasciare il nostro Paese per accasarsi in altri Stati europei, come la Grecia, che applicano questo tipo di tassazione.
Per motivi di concorrenzialità dobbiamo garantire a queste società le stesse condizioni fiscali vigenti all'estero, ha spiegato Hans Wicki (PLR/NW).
A nome del Consiglio federale, Karin Keller Sutter ha sostenuto che le eventuali perdite fiscali non dovrebbero essere enormi; una ventina di milioni di franchi. Tuttavia, ha ammesso che i calcoli dell'amministrazione si basano sul periodo 2025-2020, un periodo economicamente difficile per gli armatori.
Da allora, le società attive nel settore marittimo hanno conseguito utili miliardari, ha spiegato la «ministra» delle finanze, ammettendo che i dati a disposizione dei suoi servizi sono ancora troppo lacunosi per elaborare stime attendibili su eventuali minori entrate fiscali. Tuttavia, un'imposta sul tonnellaggio potrebbe attirare in Svizzera altre aziende e, con esse, nuovi posti di lavoro, ha sottolineato – invano – la consigliera federale sangallese.