Opinioni contrstanti Mafie e pentiti: bisogna studiare un'eventuale regolamentazione in Svizzera

cp, ats

20.12.2023 - 13:44

Daniel Jositsch chiede di studiare l'eventuale introduzione in Svizzera di una regolamentazione sui pentiti.
Daniel Jositsch chiede di studiare l'eventuale introduzione in Svizzera di una regolamentazione sui pentiti.
Keystone

Nonostante il parere contrario, il Consiglio federale dovrà redigere un rapporto sui vantaggi e gli svantaggi dell'adozione di un programma di attenuazione della pena nei confronti dei collaboratori di giustizia o pentiti.

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È quanto chiede un postulato inoltrato da Daniel Jositsch (PS/ZH) adottato oggi dal Consiglio degli Stati per 22 voti a 16. Stando all'atto parlamentare, il rapporto dovrà considerare i diversi sistemi giuridici e l'esperienza acquisita da altri Paesi (europei e non europei), illustrando le modalità di attuazione di un simile modello nel diritto penale e di procedura penale svizzero.

Come detto, il Governo e anche la commissione preparatoria erano contrari al postulato. Stando a Beat Rieder (Centro/VS), Mathias Zopfi (Verdi/GL), Céline Vara (Verdi/NE), spalleggiate dalla consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider, una norma sui pentiti di mafia in Svizzera, per esempio sul modello italiano, sarebbe socialmente incomprensibile.

In gioco il principio di uguaglianza

Oltre a ciò, hanno ricordato gli oratori contrari al postulato, in passato richieste simili, anche a livello di mozione, sono state scartate.

Una normativa, come nel diritto anglosassone, che ricompensi con l'impunità un imputato reo confesso, magari di reati gravissimi, che fornisce informazioni alle autorità non è accettabile poiché cozzerebbe contro il principio dell'uguaglianza, ciò che sarebbe contrario al nostro ordinamento giuridico.

Il mafioso pentito beneficerebbe di un trattamento di gran lunga più favorevole rispetto a un «normale» reo confesso.

Non è pertinente rifarsi alla situazione italiana

Inoltre, una normativa sui pentiti aumenterebbe il rischio di sviamento della giustizia, ha affermato la «ministra» di giustizia e polizia.

Sarebbe altresì impossibile spiegare alla popolazione, e soprattutto alle vittime come mai persone che hanno commesso od ordinato reati gravissimi possano ottenere l'impunità cooperando.

Secondo Baume-Schneider, inoltre, fare riferimento alla situazione italiana per decidere se introdurre anche in Svizzera una normativa sui pentiti non è pertinente: il contesto svizzero differisce troppo dalle condizioni socioeconomiche, storiche e politiche in cui la mafia è nata e si è sviluppata in quel paese.

Si impone uno studio sul tema

Pur comprendendo gli argomenti dell'esecutivo come anche dei colleghi, Jositsch ha sostenuto che uno studio sul tema s'impone, se non altro alla luce anche delle considerazioni del procuratore generale della Confederazione, Stefan Blättler, il quale sostiene che gli strumenti a sua disposizione gli impediscono attualmente di svolgere al meglio inchieste su terrorismo e criminalità organizzata.

Si tratta di considerazioni che mi preoccupano, ha spiegato Jositsch, anche perché la criminalità organizzata sul nostro territorio è sempre più importante. In particolare, preoccupa l'infiltrazione di queste associazioni nel tessuto economico, gli ha fatto eco Carlo Sommaruga (PS/GE).

Da qui l'importanza almeno di esaminare se una legislazione sui pentiti, o collaboratori di giustizia, non possa essere introdotta anche in Svizzera. «Qualora il risultato dell'indagine dovesse essere negativo – ha sottolineato Jositsch – non avrei problemi ad accettarlo».