Berna ribadisce inoltre il proprio sostegno a questa istituzione indipendente «che lavora per chiarire le responsabilità nel caso dei crimini più gravi, contribuendo così a mantenere la pace e la stabilità nel mondo», si legge in un comunicato del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).
La Svizzera – scrive il DFAE – esprime preoccupazione per l'ampliamento delle ulteriori restrizioni di visto e per le nuove sanzioni economiche stabilite dagli Stati Uniti contro il personale della CPI, i membri delle loro famiglie e le persone fisiche e giuridiche che sostengono le indagini contro i cittadini americani.
«CPI risultato di decenni di sforzi per punire i crimini più terribili»
La Corte penale internazionale è una conquista significativa e una parte integrante dell'ordine internazionale basato sulle regole. È il risultato di decenni di sforzi per punire i crimini più terribili e rendere giustizia alle vittime. Si tratta – sottolinea il comunicato – di un requisito fondamentale per mantenere una pace duratura e assicurare la stabilità internazionale.
La CPI, con sede all'Aia, è stata istituita nel 1998 e conta sul sostegno di 123 Stati, tra cui la Svizzera. Se gli organi di giustizia del Paese interessato non sono disposti a farlo o non ne sono in grado, la CPI svolge indagini e processi penali contro singole persone accusate di genocidio, crimini contro l'umanità, di guerra e di aggressione.