Da fine 2020Dick Marty: «Sotto protezione perché sono stato minacciato di morte»
mh, ats
10.4.2022 - 18:31
A causa di serie minacce, l'ex consigliere agli Stati (PLR) ed ex procuratore pubblico del Canton Ticino Dick Marty è sotto alta protezione dal dicembre 2020. In un'intervista alla RTS, che sarà diffusa stasera nella trasmissione di approfondimento «Mise au point», afferma di aver ricevuto minacce di morte da elementi legati ai servizi segreti serbi.
10.04.2022, 18:31
11.04.2022, 08:08
SDA
«Il 18 dicembre 2020 ho ricevuto una chiamata dalla polizia che mi informava che ero minacciato di morte e mi annunciava che sarei stato immediatamente posto sotto stretta protezione della polizia», afferma Marty.
Il pericolo era allora stato classificato di grado 5, il massimo. Il protocollo in questi casi prevede di farti sparire, spostandoti e cambiando la tua identità. Ma per l'ex procuratore, «ciò era assolutamente escluso».
Egli ha convissuto per più di un anno con un grado 4: «Mai nessuno in Svizzera è stato posto a un livello di pericolo così elevato per così tanto tempo», prosegue Marty. La sua casa è munita di telecamere, allarmi e di una «safe room», un locale sicuro dove rifugiarsi in caso di attacco.
Interpellato dall'agenzia Keystone-ATS, il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ha confermato l'esistenza di serie minacce. Le misure di sicurezza e di protezione continuano ad essere mantenute, e per non minare inutilmente la loro efficacia non vengono comunicati dettagli su questo argomento, ha aggiunto l'MPC, senza fornire informazioni sull'origine delle minacce.
Minacce legate all'intelligence serba
Secondo Dick Marty, queste provenivano da certi elementi legati ai servizi segreti serbi che chiedevano alla malavita, assassini professionisti, di liquidarlo per scaricare la colpa sui kosovari.
Marty è stato relatore del Consiglio d'Europa. Ha compiuto indagini sulle presunte prigioni segrete della CIA in Europa. Nel 2010 ha presentato un rapporto sui crimini commessi dall'Esercito di liberazione del Kosovo (UÇK) sui loro prigionieri, principalmente serbi. Le minacce di morte sarebbero in relazione a questa sua inchiesta.
Secondo Marty, le autorità giudiziarie svizzere hanno deciso di inviare a fine aprile dei poliziotti a Belgrado per parlare con i loro colleghi serbi, una misura che l'ex procuratore ticinese considera insufficiente. Per Marty, non ci si può limitare alla protezione dell'obiettivo, occorre avere una strategia per neutralizzare la minaccia.