Votazioni 7 marzo Dissimulazione viso, divieto generale inutile e controproducente

cp, ats

19.1.2021 - 11:57

Turiste arabe fotografate a Interlaken mentre fanno shopping (archivio).
Turiste arabe fotografate a Interlaken mentre fanno shopping (archivio).
Keystone

Un divieto generalizzato in Svizzera di dissimulare il viso è inutile: le donne che lo fanno sono pochissime e perlopiù turiste.

Lo ha affermato stamane la Consigliera federale Karin Keller-Sutter ai media, raccomandando di respingere il 7 marzo l'iniziativa popolare in tal senso al favore del controprogetto governativo.

La legge sulla dissimulazione del viso, approvata dal parlamento, obbliga una persona a mostrare il proprio volto per potersi identificare durante i controlli sui trasporti pubblici, alla dogana o per le procedure amministrative.

L'iniziativa popolare «anti-burqa» – «Sì al divieto di dissimulare il proprio viso» – va più lontano poiché pone un divieto generale della dissimulazione del viso. Nel mirino le donne che indossano il burqa o il niqab. Il comitato di Egerkingen che ha lanciato l'iniziativa – già all'origine dell'iniziativa antiminareti – crede che chador, niqab e burqa siano simboli dell'islam politico, della sua volontà di proselitismo, che si realizza anche nell'obbligo per le donne di coprirsi, tutti fenomeni in contraddizione con i nostri valori di libertà e autodeterminazione.

Un fenomeno marginale

Ma per la «ministra» di giustizia e polizia, l'iniziativa è inutile perché il fenomeno che si vuole contrastare è marginale nel nostro paese. In base a uno studio dell'Università di Lucerna, ha aggiunto Keller-Sutter, in Svizzera le donne che potrebbero indossare il Niqab, ossia un velo che lascia visibili solo gli occhi, sarebbero da 20 a 30. «Il burqa – un abito che copre l'intero corpo diffuso soprattutto in Afghanistan e Pakistan – in pratica non si vede mai», ha sottolineato, ribadendo che è inutile modificare la Costituzione per così poco.

A suo parere, inoltre, un divieto di indossare di coprirsi non migliorerebbe la situazione delle donne, anche perché la maggior parte delle donne che lo fa è qui per turismo e non ha quindi bisogno di integrarsi. Nemmeno la sicurezza ne uscirebbe rafforzata: contro il terrorismo, si è detto convinta la responsabile del Dipartimento di giustizia e polizia, ci vogliono ben altre misure.

Quanto al rafforzamento del ruolo della donna nella società, stando allo studio lucernese citato da keller-Sutter, la maggior parte delle persone che lo indossa in Svizzera lo farebbe di spontanea volontà. In caso di un obbligo, le donne possono inoltrare denuncia per coazione, ha rammentato la ministra PLR.

Una questione cantonale

Oltre a ciò, ha ricordato la consigliera federale sangallese, la dissimulazione parziale o totale del viso è materia di competenza cantonale e così dovrebbe rimanere: i Cantoni conoscono meglio le preoccupazioni della loro popolazione ed è opportuno che regolamentino la questione in base alle proprie esigenze.

In determinate regioni, un divieto generalizzato potrebbe avere ripercussioni negative sul turismo, ha messo in guardia Keller-Sutter. È vero che l'iniziativa prevede eccezioni per chi indossa un casco o una sciarpa contro il freddo, ma non per le turiste. «A farne le spese potrebbero essere proprio quei cantoni che registrano un importante afflusso di viaggiatori dai paesi arabi». Attualmente, solo il Ticino e San Gallo dispongono di una legge simile. In 15 cantoni vige un divieto di dissimulare il viso in caso di dimostrazioni, mentre altri 9 non hanno regolato il problema.

Inoltre, se tale proibizione dovesse essere introdotta su scala nazionale, la sua applicazione spetterebbe in ogni caso ai Cantoni, con le conseguenti possibili divergenze, ad esempio per quanto concerne le eccezioni o l'ammontare delle multe.

Lacuna da colmare

Tuttavia, Keller-Sutter ha ammesso che la dissimulazione del viso può essere problematica in singoli casi. Il Consiglio federale ha per questo motivo elaborato un controprogetto indiretto che entrerà in vigore in caso di rifiuto dell'iniziativa popolare. La soluzione governativa stabilisce che le persone si presentino alle autorità a viso scoperto per l'identificazione, ad esempio negli uffici o sui mezzi pubblici.

Chi si rifiuta di farlo sarebbe punito con una multa. In pratica, l'effetto principale di questa legge sarà che le persone che non mostrano il volto non godranno di determinate prestazioni, ad esempio per l'acquisto di un abbonamento generale del treno.

All'atto pratico, ha concluso la consigliera federale, il controprogetto ha due vantaggi: colma una lacuna legislativa a livello federale e rispetta le competenza dei Cantoni. Inoltre, il controprogetto include anche provvedimenti volti a promuovere l'uguaglianza uomo-donna.

Promozione della donna

Concretamente, si auspica una modifica delle legge sugli stranieri e la loro integrazione in modo che i programmi cantonali d'integrazione finanziati dalla Confederazione tengano conto delle particolari esigenze di donne, giovani e bambini. La legge sulla parità dei sessi andrebbe quindi rivista al fine di rendere possibile anche i programmi promozionali che migliorano l'uguaglianza tra uomo e donna all'infuori della vita professionale.

Infine, la legge sulla cooperazione allo sviluppo e l'aiuto umanitario internazionali verrà cambiata affinché figuri il principio che la situazione delle donne dev'essere migliorata.

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