Covid I direttori della sanità svizzeri per una riduzione della quarantena

ats

9.1.2022 - 09:23

Natalie Rickli, direttrice della sanità del canton Zurigo
Natalie Rickli, direttrice della sanità del canton Zurigo
Keystone

I direttori della sanità dei cantoni della Svizzera orientale hanno scritto al Consiglio federale chiedendo che il periodo di quarantena e di isolamento sia ridotto a cinque giorni.

9.1.2022 - 09:23

Lo rende noto oggi, sulle colonne della «NZZ am Sonntag», la consigliera di Stato zurighese Natalie Rickli. In un'intervista, l'esponente dell'UDC afferma che stando ai modelli, a causa della variante Omicron si potrebbero toccare i 40'000 casi al giorno nel solo cantone di Zurigo già a fine gennaio, ciò che paralizzerebbe la società se non si intervenisse subito.

Per questo motivo, in una lettera spedita venerdì, è stato chiesto al Consiglio federale di ridurre al più presto a cinque giorni la quarantena e il periodo di isolamento.

Chiunque non presenti sintomi della malattia per 48 ore dovrebbe inoltre essere autorizzato a porre fine all'isolamento o alla quarantena. Questo perché Omicron ha un periodo di incubazione più breve rispetto alle varianti precedenti. Le persone con sintomi dovrebbero invece rimanere a casa.

Anche la vicepresidente della Conferenza delle direttrici e dei direttori cantonali della sanità (CDS) Rebecca Ruiz (PS), consigliera di Stato vodese, intervenendo sulle onde della radio della Svizzera romanda (RTS) si è espressa questa sera a favore di una riduzione della quarantena a cinque giorni.

Discussione sull'abolizione dell'obbligo di quarantena

Analoga la posizione di Pierre-Alain Schnegg, direttore della sanità del canton Berna, che ieri sera, alla radio romanda RTS, ha chiesto che la riduzione a cinque giorni deve avvenire rapidamente, se possibile già la prossima settimana. Schnegg si è inoltre augurato una discussione sull'abolizione dell'obbligo di quarantena.

Dello stesso tenore le dichiarazioni, oggi al telegiornale di mezzogiorno della televisione romanda, del consigliere di Stato ginevrino Mauro Poggia (Movimento dei cittadini ginevrini). Per Ruiz, la rinuncia alla quarantena è invece possibile solo dopo che il picco da Omicron sarà superato, tra due o tre settimane.

Il presidente dei medici cantonali Rudolf Hauri mostra comprensione per queste richieste. Sulla «NZZ am Sonntag» afferma che sarebbe contento se il Consiglio federale intervenisse per abbreviare il periodo di quarantena, dato che ci sono indicazioni secondo cui le persone infettate da Omicron lo sono per meno tempo.

Sulla SonntagsZeitung, l'epidemiologo Marcel Salathé afferma dal canto suo che potrebbe immaginare un'abolizione dell'obbligo di quarantena a determinate condizioni. Propone che chiunque abbia avuto contatti con una persona infetta ottenga dieci test rapidi in modo che possa testarsi quotidianamente.

Finché il risultato è negativo può recarsi al lavoro con prudenza. Esiste un rischio residuo, ma tenuto conto del gran numero di assenze provocato da questa ondata epidemica, è tollerabile, secondo l'esperto.

L'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ha contabilizzato 89'989 persone in isolamento e 28'247 in quarantena venerdì. La settimana scorsa, l'associazione padronale economiesuisse aveva già chiesto una riduzione a cinque giorni del periodo di quarantena per le persone senza sintomi.

ats