Sanità Dopo il Covid più di uno svizzero su tre non si sente in salute

fach, ats

18.9.2023 - 12:33

I sintomi segnalati più frequentemente sono la stanchezza e l'esaurimento (68% dei casi): non è da escludere che quest'ultimo possa essere collegato al lascito del Covid. (Foto simbolica)
I sintomi segnalati più frequentemente sono la stanchezza e l'esaurimento (68% dei casi): non è da escludere che quest'ultimo possa essere collegato al lascito del Covid. (Foto simbolica)
Keystone

La pandemia è alle spalle ma gli svizzeri non godono di ottima salute: secondo uno studio del gruppo CSS il 34% dei cittadini elvetici dichiara di non sentirsi in salute o addirittura malato, mentre tre anni fa la percentuale era del 22%.

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Nella categoria degli over 65 il peggioramento è il più marcato: 46% contro il 30% nel 2020.

Dallo studio condotto da Sotomo, come si legge in un comunicato odierno del gruppo assicurativo, emerge che i giorni di malattia per gli adulti con più di 65 anni sono passati da 2,6 nei periodi pre-pandemici e durante il coronavirus a 4,5 nel 2023, ossia più del doppio.

Gli anziani sono i più resistenti alle malattie di natura psichica, ma il 39% di essi non si rivolge a figure professionali quando lo necessiterebbe.

Quali i sintomi più frequenti?

I sintomi segnalati più frequentemente sono la stanchezza e l'esaurimento (68% dei casi): non è da escludere che quest'ultimo possa essere collegato al lascito del Covid.

Il dolore (48%), le malattie infettive (41%) e lo stress (40%) seguono nella lista. Lo stato di salute cattivo influisce sulla qualità e la quantità nel sonno, nonché sulle attività fisiche e sulla socialità.

La grande sfida del 2023 è la salute mentale

La salute mentale è una grande sfida per la Svizzera del 2023: i cittadini che si ritenevano in buona salute psichica erano circa tre su quattro due anni fa, mentre nel 2023 sono solo due terzi.

Le malattie in questo ambito sono accusate soprattutto dai giovani adulti, anche se il loro umore è in leggero aumento. Ciononostante, solo il 38% della popolazione tra i 18 e i 35 anni di età si rivolge a specialisti del settore e fra chi lo fa circa il 50% non trova il supporto sperato.

Il connubio di stress lavorativo e domestico affligge specialmente le donne dai 41 ai 50 anni di età, che risultano essere la categoria con l'umore più basso.

Il lavoro flessibile è importante

Tre persone intervistate su quattro ritengono che il lavoro flessibile sia benefico dal punto di vista psichico e permetta di conciliare la vita lavorativa con quella privata: questa percezione è diffusa soprattutto tra le donne, che tuttora devono occuparsi dei lavori di cura.

In generale, di tale categoria anagrafica, quelli che si reputano in buona salute mentale sono passati dal 75% di due anni fa al 67% nel 2023.

L'inchiesta svolta online da Sotomo si è basata sulle risposte di 2432 persone raccolte tra il 6 e il 29 giugno di quest'anno nelle tre principali regioni linguistiche. Il margine di errore è di +/- 2 punti percentuali.