Come sarà sostituita?Ecco quanta elettricità si perderà con la chiusura della centrale di Beznau
Stefan Michel
10.12.2024
Axpo prevede di togliere dalla rete la centrale nucleare di Beznau nel 2033. Il sistema elettrico svizzero dovrà quindi generare una notevole quantità di energia da altre fonti o importarla.
Stefan Michel
10.12.2024, 06:00
Stefan Michel
Hai fretta? blue News riassume per te
Se la centrale nucleare di Beznau verrà tolta dalla rete nel 2033, come annunciato dall'operatore Axpo, andranno persi 6 terawattora di elettricità all'anno, la metà dei quali in inverno.
Secondo la Strategia energetica 2050, le energie rinnovabili la sostituiranno.
Tuttavia lo sviluppo delle centrali eoliche e solari sta incontrando degli ostacoli.
L'Associazione delle aziende elettriche svizzere (AES) teme che l'energia rinnovabile non sarà sufficiente, e caldeggia il ricorso ai mini-reattori nucleari modulari già sviluppati in altri Paesi.
Nel 2033, dopo 64 anni di attività, la centrale nucleare di Beznau sarà disattivata.
L'operatore Axpo non è infatti disposto a fare ulteriori investimenti per mantenere in funzione la più vecchia centrale nucleare del Paese. Questa decisione solleva inevitabilmente una serie di domande.
Quanta elettricità andrà persa se la centrale nucleare di Beznau sarà tolta dalla rete?
I due reattori Beznau 1 e 2 forniscono circa 6 terawattora di elettricità all'anno. La metà di questa viene prodotta in inverno, come spiegato da Christoph Brand, amministratore delegato di Axpo, al quotidiano «Aargauer Zeitung».
La produzione nei mesi invernali, infatti, è particolarmente importante perché le centrali solari forniscono meno energia in questo periodo.
Va inoltre sottolineato che le ultime centrali nucleari svizzere - Gösgen e Leibstadt - saranno tolte dalla rete entro il 2050. Si tratterà quindi di altri 22 terawattora di elettricità annuali che il sistema energetico svizzero dovrà sostituire.
Un quantitativo di energia tutt'altro che trascurabile, soprattutto se si considera che, secondo le previsioni, la domanda di elettricità aumenterà del 30-50% entro il 2050.
Come intendono i fornitori di energia svizzera sostituire la produzione della centrale nucleare di Beznau?
L'Associazione delle aziende elettriche svizzere (AES) ne è certa: nell'inverno 2033/2034 ci sarà un deficit di elettricità pari quantomeno ai 3 terawattora.
Ma la Fondazione svizzera per l'Energia (SES), critica nei confronti dell'energia nucleare, non è d'accordo. A suo dire l'espansione del solare sta avvenendo così rapidamente che sostituirà prima del 2030 - e anche in inverno - la produzione dei reattori di Beznau e della già dismessa centrale nucleare di Mühleberg.
Le stime di Economiesuisse suggeriscono che l'attuale produzione di energia solare dovrebbe aumentare del 150% per compensare quella che sarà persa con la chiusura di Beznau.
Inoltre, a causa della nebbia e della brevità delle giornate, in inverno dovrebbe essere disponibile una capacità di stoccaggio dell'elettricità ben più elevata rispetto a quella attuale.
In linea di principio, i fornitori di elettricità e il Governo hanno una tabella di marcia per la transizione energetica. Ma alcuni dei progetti per ottenere più elettricità dal sole, dal vento e dall'acqua si scontrano con dei problemi.
Ad esempio, l'iniziativa «Solar Express» sta incontrando degli ostacoli, così come l'installazione di nuove pale eoliche e l'innalzamento dei muri delle dighe.
Le energie rinnovabili potranno fornire elettricità sufficiente a partire dal 2033?
Le organizzazioni favorevoli alle rinnovabili, come SES e Swissolar, sono convinte che l'espansione sarà abbastanza rapida.
Al momento gli impianti solari generano circa 6 terawattora, ovvero la stessa quantità della centrale nucleare di Beznau. A partire dal 2027, saranno installati impianti per 2 gigawatt all'anno.
Rimane però il problema dello stoccaggio, dato che l'energia solare viene generata solo durante il giorno e quando non è troppo nuvoloso. Inoltre la rete elettrica dovrebbe essere ampliata per poter assorbire l'energia dei numerosi sistemi decentralizzati e indirizzarla dove è necessaria.
Facendo riferimento all'Atto mantello - che mira ad espandere l'energia idroelettrica di 2 terawattora - l'AES ritiene che, per compensare la restante parte di energia che sarà persa con la chiusura di Beznau, non ci si potrà fidare sull'energia solare ed eolica. Soprattutto perché la rete elettrica non può essere ampliata abbastanza rapidamente.
La Svizzera esporta e importa già elettricità e continuerà a farlo. Nel 2023 ha fornito 33,8 terawattora all'estero e ha acquistato 27,5 terawattora dall'estero.
La SES sottolinea che i prezzi sulle borse internazionali dell'energia sono bassi, il che suggerisce che ci sarà un'offerta sufficiente di elettricità nei prossimi anni.
Tuttavia la situazione può cambiare rapidamente, come hanno dimostrato i mesi successivi all'invasione russa dell'Ucraina. All'epoca si temeva una penuria energetica in Svizzera, che alla fine non si è verificata.
La soluzione potrebbe essere rappresentata da nuove centrali nucleari?
Nel 2017 la Svizzera ha votato a favore dell'abbandono del nucleare. La legge che ne è scaturita è in vigore, anche se il Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC), sotto la guida del consigliere federale Albert Rösti, ha avviato i preparativi affinché il divieto di costruire nuove centrali nucleari possa essere revocato.
È chiaro però che i nove anni che mancano alla chiusura di Beznau non saranno affatto sufficienti per autorizzare, pianificare e costruire democraticamente una nuova centrale nucleare.
Sia i sostenitori che gli oppositori di nuove centrali nucleari in Svizzera condividono questa opinione. L'orizzonte temporale più ottimistico è che, prima dell'eventuale messa in funzione, passeranno almeno 20 anni.
L'AES, favorevole al nucleare, caldeggia il ricorso ai mini-reattori modulari sviluppati in altri Paesi, che potrebbero essere collegati alla rete molto più rapidamente.
Secondo l'AES, questi sono «l'unica speranza» per la Svizzera, in quanto, se diventeranno commerciabili in tempo, potrebbe iniziare a costruirli entro il 2030.
La SES ha invece un punto di vista diverso, essendo scettica nei confronti del nucleare. Per questa infatti, la fine di Beznau è un passo in più verso il definitivo abbandono del nucleare in Svizzera, e l'espansione accelerata delle rinnovabili consentirà di proseguire in questa direzione.